Attilio Tesser (Getty Images)
I dati incoraggianti della Protezione Civile sul Coronavirus hanno accesso qualche speranze nel mondo del calcio. Attraverso una commissione medico-scientifica, la Figc ha studiato un protocollo da rispettare per l’eventuale ripresa della stagione. In ESCLUSIVA a CalcioToday ne ha parlato Attilio Tesser, allenatore del Pordenone, quarto in Serie B
Il calcio si prepara per poter ripartire. Ad inizio maggio potrebbero riprendere gli allenamenti, alla fine del mese i campionati. Ottimista?
“Faccio fatica a parlare di calcio. Ho 61 anni e non ho mai vissuto una cosa terribile come questa emergenza, non siamo abituati a restare in casa. Sono contento che la Figc abbia costituito questa commissione e mi auguro che prima o poi si possa ripartire. Sono convinto che riusciremo a trovare la strada migliore, rispettando il protocollo. Ovviamente bisognerà essere in sicurezza. Presumo si riprenda a porte chiuse, preferirei il contrario, ma dipende dall’evoluzione del virus”.
Ha sentito i suoi giocatori?
“Sì, non vedono l’ora di tornare in campo”.
Il Pordenone è in piena zona playoff, a -2 dal Frosinone. Nel caso in cui non si potesse riprendere, il presidente dei ciociari Stirpe ha detto che pretenderebbe la Serie A, previo ricorso. Cosa ne pensa?
“Esistono i regolamenti e vanno rispettati. In ogni caso prevedo che la prossima estate andremo incontro a diversi ricorsi e polemiche, con i conseguenti veleni che ci porteremmo dietro nella prossima stagione. Siamo in un momento eccezionale e spero che eventuali ricorsi vengano respinti. Anch’io vorrei giocarmi la Serie A attraverso i playoff, ma solo se sarà possibile. Per questo confido nella conclusione del campionato”.
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Rispetto alla riduzione degli stipendi, qual è la sua posizione?
“Io sono disponibile ad aiutare, ma bisogna sedersi ad un tavolo e fare le cose giuste. Non vorrei che ci fossero club intenzionati a risanare i propri bilanci togliendo i soldi a calciatori e allenatori. Sicuramente la presa di posizione dell’Aic mi sembra esagerata. Io sono per il dialogo”.
Quindi taglio a quale condizione?
“La parola taglio non mi piace. Io voglio dare un contributo, senza che nessuno m’imponga nulla. Sono in sintonia con l’ad del Sassuolo Carnevali che parlerà singolarmente con ogni giocatore perché le situazioni sono diverse. Poi le modalità si trovano”.
L’Aic ha istituito un fondo di solidarietà per le categorie minori. Si aspetta un contributo dalla Serie A?
“Certo. Con il 2% della Serie A si risolverebbero tutti i problemi della Lega Pro”.
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