Calcio

“Il calciatore non è una cassiera”, il paragone di Spadafora per stoppare Serie A

Con un paragone piuttosto bizzarro, il ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, ha spiegato perché potrebbe essere necessaria la quarantena di squadra in caso di nuovi giocatori positivi 

“Il calciatore non è una cassiera” il paragone di Spadafora per stoppare Serie A (Getty Images)

C’è il via libera per la ripresa degli allenamenti di gruppo. Ad annunciarlo è stato lo stesso ministro per lo Sport e le Politiche Giovanili, Vincenzo Spadafora, durante l’informativa alla Camera. Una decisione, questa, resa possibile grazie alla posizione assunta dalla Figc di fronte alle osservazioni del Cts sul protocollo sanitario ideato dalla Commissione medico scientifica della Federcalcio.

Sono state tre le modifiche proposte e dal comitato tecnico. La prima ha riguardato la gestione delle nuove positività. Se la Germania ha optato per una linea più soft, disponendo l’isolamento per il solo giocatore coinvolto, in Italia non sarà così. Il Cts, infatti, ha chiarito che, oltre al giocatore risultato positivo al Covid-19, verranno messi in quarantena anche i suoi compagni di squadra e i membri dello staff. La seconda, poi, si è riferita alla responsabilità dei medici circa l’applicazione del protocollo sanitario. Infine, con la terza, il Cts ha chiesto che i numerosi test molecolari ai quali saranno sottoposti i calciatori non vadano a gravare sui cittadini, prevedendo, dunque, l’incarico di appositi laboratori privati che possano occuparsi dell’analisi di questi campioni.

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Serie A, Spadafora: “Il calciatore non è una cassiera”

Serie A, Spadafora: “Il calciatore non è una cassiera” (Getty Images)

Nel pomeriggio, come dichiarato dal ministro Spadafora, il presidente della Figc, ha dato il via libera all’applicazione di queste modifiche, rendendo dunque possibile la ripresa degli allenamenti di gruppo a partire da lunedì prossimo, 18 maggio. E per quanto riguarda la ripresa del campionato a che punto siamo? In alto mare. Oggi la Lega di Serie A, con voto favorevole di 15 club, ha indicato il 13 giugno come possibile data per il ritorno in campo. La decisione finale, però, spetterà al Governo che, nel frattempo, si è preso un’altra settimana per valutare meglio il da farsi. Per la ripresa del campionato, per esempio, sarà necessario un ulteriore protocollo sanitario. L’attuale, infatti, è insufficiente, perché non comprensivo di alcuni fattori fondamentali quali i viaggi, le trasferte e i ritiri.

La Figc ha preso la sua decisione, ora la palla passa al Governo. Il ministro Spadafora ha ribadito che la ripresa della Serie A sarà possibile solo se verranno garantite tutte le misure di sicurezza. A tal proposito, il ministro dello Sport ha spiegato che, nel calcio, ciò che rende tutto più complesso è il distanziamento sociale. Essendo uno sport di contatto, rispettare questa misura è praticamente impossibile. “Qualcuno si è chiesto: come mai se una cassiera di un supermercato è positiva non si chiude tutto il supermercato? La risposta è semplice: nel supermercato si possono rispettare distanziamenti, si possono utilizzare mascherine, guanti. Nel calcio no”, così si è espresso Spadafora durante l’informativa al Senato. Un esempio chiaro con il quale il ministro ha fatto luce sulle ragioni per le quali, nel caso dovessero emergere nuovi giocatori positivi al Coronavirus, sarà necessario estendere la quarantena a tutta la squadra.

Leggi anche -> Serie A, c’è la data per la ripresa del campionato: l’annuncio della Lega

Gabriele Tufano

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