Serie A, che succede con un positivo in squadra: le indicazioni del protocollo

Serie A. Il Comitato tecnico scientifico permette gli allenamenti collettivi anche in presenza di un caso di positività in squadra. Ma deve scattare l’isolamento fiduciario

Serie A, che succede con un positivo in squadra: le indicazioni del protocollo
Serie A, che succede con un positivo in squadra: le indicazioni del protocollo

La Serie A riparte, ma il protocollo non riduce il rischio di una nuova sospensione. Il 28 maggio è fissata una riunione per la ripresa della Serie A che può finire anche oltre la data del 3 agosto indicata dalla UEFA. “E’ solo una raccomandazione” ha scritto il presidente Ceferin.

La Figc e la Lega hanno confermato di voler ripartire sabato 13 giugno, a patto che il governo allenti la norma in base alla quale ogni evento anche a porte chiuse resta vietato fino al 14 giugno.

Il protocollo del Comitato tecnico scientifico non prevede più il ritiro blindato iniziale. I calciatori potranno tornare a casa a dormire, a meno che non si verifichi una positività all’interno della squadra.

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Serie A, il CTS prevede l’isolamento fiduciario

Serie A, il CTS prevede l'isolamento fiduciario
Serie A, il CTS prevede l’isolamento fiduciario

Se dovesse accadere, giocatori e staff andranno in isolamento fiduciario in una struttura concordata. Laddove possibile, si tratterà quasi certamente del centro sportivo del club. Proprio gli investimenti delle società anche della terza divisione in strutture di proprietà è uno dei fattori che hanno permesso la ripresa accelerata in Germania, hanno spiegato Caldirola e Donati al giornalista Sky Paolo Ghisoni, che ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook su queste dichiarazioni per La Giovane Italia.

I controlli aumenteranno: tamponi per tutti tre giorni prima dell’inizio degli allenamenti collettivi, nuovi controlli il giorno dell’avvio e poi una volta ogni quattro giorni. A cui si aggiungono test sierologici alla ripresa degli allenamenti collettivi e dopo due settimane.

In presenza di un positivo in squadra, gli altri calciatori dovranno sottoporsi a tamponi ogni 48 ore per due settimane. Potranno continuare ad allenarsi, ma non dovranno avere contatti con l’esterno. Dunque, niente partite per due settimane.

Se un calciatore, o un membro dello staff, dovesse risultare positivo, i medici della società dovranno provvedere a sanificare il centro sportivo e mappare i contatti del contagiato in base alle indicazioni del Servizio Sanitario.

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Che succede in caso di stop

In caso di nuovo stop, il Consiglio Federale si è riservato la possibilità di individuare un nuovo format di playoff e playout per definire i verdetti del campionato. Se il campionato dovesse essere cancellato, la classifica si definirà applicando coefficienti correttivi.

Non si possono escludere ricorsi. Come spiegano gli avvocati dello studio milanese LCA, le decisioni federali prese fino al prossimo 29 settembre si possono impugnare solo davanti al Collegio di garanzia dello sport. I club possono poi eventualmente presentare appello entro 15 giorni dalla pubblicazione della decisione presso il TAR Lazio. Il ricorso, scrivono, va presentato con una tempistica precisa, e accelerata, con l’obiettivo di arrivare ad una sentenza nel giro di una ventina di giorni.

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