Ciccio Caputo è entrato nella storia per il suo messaggio dopo un gol alla vigilia del lockdown, lo scorso 9 marzo. Il messaggio su un pezzo di carta “Andrà tutto bene, restate a casa”, fu il simbolo di quel calcio che di lì a poche ore si sarebbe fermato per mesi. L’attaccante racconta come si prepara al ritorno in campo
Ciccio Caputo, grazie a un semplice messaggio su un foglio di carta, è entrato nella storia: lo scorso 9 marzo, nell’ultima partita della Serie A prima dello stop imposto dalla quarantena per il Coronavirus. Un semplice pezzo di carta con una scritta in rosso, esposto dopo un gol al Brescia: “Andrà tutto bene, restate a casa”. Era quello lo slogan che poi ha accompagnato i mesi di lockdown in tutto il paese. L’attaccante del Sassuolo ha raccontato alla Gazzetta dello Sport come si prepara al ritorno in campo, lui che è stato il simbolo del calcio stoppato a causa del virus.
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Caputo racconta lo stadio vuoto: “Senza tifosi mancano i riferimenti”
In particolare, Caputo è rimasto colpito dalle porte chiuse. Già quell’ultima gara con il Brescia si giocò senza tifosi: “Ricordo che sembrava un’amichevole, non mi era mai capitata una cosa del genere. A volte sembrava un allenamento e non è facile giocare così”. Il calciatore spiega in maniera interessante quale è l’aspetto peggiore delle porte chiuse: “Le voci. Perché senza i tifosi senti quelle degli avversari e dell’allenatore. E così al contrario per noi. Quindi è difficile concentrarsi. Il pubblico ti aiuta a calarti con la testa giusta. La reazione della gente ti fa capire come sta andando la partita e se l’atmosfera si sta riscaldando. Così capisci che il ritmo sta aumentando. Poi lo stadio vuoto ti fa sempre sentire un po’ spaesato, mancano riferimenti. Purtroppo senza i tifosi il calcio è un’altra cosa”.
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