Juventus, Sarri sotto accusa: errori e colpe dell’ex Napoli

La sconfitta contro il Napoli nella finale di Coppa Italia ha riacceso le polemiche nella Juventus. Sul banco degli imputati Maurizio Sarri.

La delusione di Sarri e di Andrea Agnelli dopo la sconfitta in Coppa Italia (Getty Images)
La delusione di Sarri e di Andrea Agnelli dopo la sconfitta in Coppa Italia (Getty Images)

In casa bianconera tornano d’attualità i dubbi sulla scelta dell’ex tecnico del Napoli come successore di Allegri. Restano campionato e Champions League, ma Sarri ora non può più sbagliare. E i tifosi si scatenano sui social.

Un altro trofeo è volato via dopo la Supercoppa italiana. Per la Juventus è quasi inammissibile e alimenta il dubbio: è stata la scelta giusta? Sarri era arrivato alla Continassa con la missione di vincere, ma attraverso un gioco brillante. Finora quest’ultimo si è visto solo in alcuni spezzoni di gara. Troppo poco. Se si aggiungono due sconfitte in altrettanti finali, il verdetto del lavoro fin qui svolto comincia ad essere spietato. “Meglio di così al momento non possiamo fare”, le parole di Sarri dopo la finale di ieri sera. La fase involutiva in cui è precipitata la squadra è palese. Nelle due partite post Covid, nessuna vittoria e zero nella casella dei gol fatti.

Il canovaccio juventino è sempre lo stesso: la squadra parte in quarta, per una mezzora sembra dominare, ma produce pochissime azioni da rete. Insomma, il classico possesso palla sterile. Poi la manovra diventa lenta e qualsiasi avversario può metterla in difficoltà. Come è accaduto contro il Napoli. Malgrado l’atteggiamento conservativo, la squadra di Gattuso ha creato diverse occasioni, solo bravura dell’inossidabile Buffon ha salvato il risultato. Sui social i tifosi hanno riempito le loro bacheche di critiche: l’hashtag #Sarriout è tornato di moda, come la nostalgia per Allegri.

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Juventus, Sarri non ha dato una vera identità alla squadra

Contro il Napoli per Ronaldo altra prova incolore (Getty Images)
Contro il Napoli per Ronaldo altra prova incolore (Getty Images)

Se fossimo in un ipotetico tribunale, le accuse rivolte all’allenatore sarebbero diverse. In primis i troppi gol subiti, praticamente in antitesi con la storia bianconera. In campionato sono 24 in 26 turni, quasi uno a gara. La Vecchia Signora ha sempre costruito i suoi trionfi sul muro difensivo. Nemmeno l’attacco è il migliore della Serie A: 50 reti fatte contro le 70 dell’Atalanta e le 60 della Lazio, anche la Roma ha fatto meglio con 51.  Eppure Sarri ha a disposizione Cristiano Ronaldo, Dybala e altri giocatori in grado di andare a segno. Anche Cr7 è finito nel mirino dei tifosi dopo due prestazioni negative. Poi il gioco, tanto invocato dai tifosi ormai stufi del pragmatismo allegriano. Ripetere il Napoli è impossibile come ha detto lo stesso Sarri, ma rispetto alla rosa a sua disposizione ci si aspettava di più. Eletto ad inizio stagione come fulcro del gioco, Pjanic è stato un fallimento, tanto da essere sul mercato.

Qualcuno sostiene che l’allenatore non abbia gli elementi adatti per imporre la sua idea di calcio, i suoi detrattori invece non lo definiscono da Juve. In casa bianconera, si sa, vige la vecchia legge a firma di Boniperti: “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”. Sarri ha ancora la possibilità di farlo. In campionato pero’ la Lazio è ad un solo punto ed in Champions League bisogna ribaltare l’1 a 0 subito in casa del Lione.  La rotta deve essere assolutamente invertita, altrimenti la barca juventina va a fondo. E il primo a pagare, come spesso accade, sarebbe  il suo capitano.

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