DPCM vieta il Calcetto, sul Web scoppia la polemica (Getty Images)
Il nuovo Dpcm vieterà, con tutta probabilità, il calcetto fra gli altri sport amatoriali. Questa chiusura dell’Esecutivo per arginare i contagi da COVID-19 ha scatenato non poche polemiche sul Web. I tweet più accesi in merito al provvedimento.
Arriva la seconda ondata, di polemiche. L’aumento di contagi da COVID-19 ha sorpreso tutto il Paese. La pandemia sembrava essere in dirittura d’arrivo, invece sono arrivate notizie poco rassicuranti: l’Italia – sul piano numerico che definisce l’incidenza del contagio – sta meglio di altri Paesi, ma non è il momento di abbassare la guardia.
Anzi, è il momento di maggior rigore. Quello che manca, forse, a più di qualcuno vedendo le ultime statistiche non soltanto in Serie A: i contagiati, infatti, aumentano ogni giorno di più. Allora il Governo confida nella responsabilità dei cittadini e nel frattempo stringe le maglie con provvedimenti ad hoc. L’importante è evitare – per quanto possibile – attività che favoriscono il contagio: quindi stop a feste private, riduzione di persone e personale alle feste organizzate. Massimo 30 persone, non di più, a matrimoni, comunioni e cresime. Ma soprattutto: basta calcetto.
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In cima al nuovo provvedimento governativo, detto anche Dpcm, c’è una sferzata agli sport amatoriali fra cui quello più praticato: niente più partitelle, niente più esultanze sconclusionate, niente più scorribande in mezzo al campo con gli amici il giovedì sera. Più rigore, ma senza palla. Almeno a livello amatoriale, perché nel massimo campionato italiano – nonostante l’avvento della seconda ondata fra positivi e presunti tali – lo spettacolo continua. “The show must go on”, almeno in parte.
Gli abitanti del Web sembrerebbero proprio non aver digerito quest’ultima parte del discorso: lo spettacolo deve andare avanti, ma solo per alcuni. Questa decisione, ingiusta secondo molti, ha scatenato polemiche di vario genere sul Web. Una carrellata dei cinguettii più critici e irriverenti sul tema, perché ormai la vera partita – in mancanza di altro – si gioca dietro la tastiera di un pc in cui ad essere sintetico non è il manto erboso bensì lo sviluppo di un singolo concetto, con interventi ugualmente al limite del possibile. A fare male, eventualmente, non è una scivolata ma uno scivolone (dialettico) e l’unico arbitro di riferimento resta l’hashtag a cui far riferimento in caso di proteste.
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