Ancelotti parla di Inter-Milan e di Antonio Conte (Getty Images)
Carlo Ancelotti ha parlato alla vigilia di Inter-Milan, svelando per quale delle due squadre farà il tifo ed esaltando Antonio Conte, mettendo in guardia la Juventus
Carlo Ancelotti, ex giocatore e allenatore del Milan, ha parlato alla vigilia del Derby contro l’Inter in programma domani pomeriggio alle 18:00. Il tecnico dell’Everton ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport, dove si è concentrato proprio sulla stracittadina, analizzando i punti e i personaggi chiave legati al big match.
I primi due profili analizzati da Ancelotti, sono stati quelli di Ibrahimovic e Lukaku. Sullo svedese ha dichiarato: “Ibra è Ibra. Quando trovi un calciatore come lui fai bingo. Le motivazioni e l’orgoglio sono sempre stati i suoi punti di forza. E’ un professionista indiscusso“. Sul centravanti belga ha aggiunto: “Ha lasciato un bellissimo ricordo qui all’Everton. Non lo conosco ma sul campo spicca la personalità e il carattere. Parlano tutti benissimo di lui ed è un attaccante completo e moderno“.
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Carlo Ancelotti ha quindi parlato del lavoro di Paolo Maldini come dirigente: “Mai avuto dubbi sulle sue qualità”, poi ha aggiunto: “L’esperienza è importante, ma l’acquisisci solamente se sei in primo piano”. In merito ad Antonio Conte ha proseguito: “E’ un professionista eccellente e qualche volta parliamo a telefono. Ha una feroce voglia di migliorarsi sempre e fa vincere le sue squadre”. In seguito un avvertimento alla Juventus: “Conte può interrompere la sua egemonia. E’ la Serie A più incerta dell’ultimo decennio”.
Su Pioli ha dichiarato: “Stefano è una persona di valore. Il suo curriculum parla chiaro, ha ottenuto risultati eccellenti ovunque abbia allenato”. Infine Ancelotti ha espresso la sua preferenza in vista del big match di domani: “Da bambino tifavo Inter perché rimasi stregato dalla super squadra di Helenio Herrera e mi regalarono anche la maglia di Mazzola, una rarità all’epoca. Il Milan, però, è la società che ha segnato la mia vita, prima da giocatore e poi da allenatore”.
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