“Juventus-Napoli, diffamazione nella sentenza”: il parere del giudice

Secondo il giudice Catello Maresca, intervenuto a Radio Kiss Kiss Napoli, ci sono gli estremi per procedere per diffamazione contro i giudici che hanno scritto la sentenza su Juventus-Napoli

La sentenza della Corte d’Appello della FIGC su Juventus-Napoli firmata dal presidente di sezione Piero Sandulli è durissima. Per il magistrato Catello Maresca, che è intervenuto a radio Kiss Kiss Napoli, ci sarebbero addirittura gli estremi perché il club proceda per diffamazione e calunnia. “Sarebbe stato più semplice ribadire che il diritto sportivo e il protocollo impongono oggi alle società di Serie A di giocare tutte le partite” spiega il magistrato, non convinto della “difesa ad oltranza dell’autonomia dell’ordinamento sportivo“.

Un’immagine, quella della difesa dell’indipendenza del calcio, che ha utilizzato anche Maurizio Nicita nel suo commento sulla Gazzetta dello Sport. Il mondo del calcio, scrive, sta agendo come se intorno non ci fosse la pandemia. Si sta allontanando dal sentire popolare e si ritrova con un dilemma ancora senza soluzione. Può concludere la stagione a suon di carte bollate o rivedere regole e protocolli che non si riesce a far valere per tutti nello stesso modo. Ma serve una soluzione.

Per i Giudici, il Napoli avrebbe tentato di forzare la risposta. Non partire in direzione Torino sarebbe il risultato di una “scelta volontaria, se non addirittura preordinata“. Il club si sarebbe “precostituito un alibi, sollecitando interventi e chiarimenti di due Asl, annullando il volo e soprattutto non confermando la prenotazione dei tamponi”.

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Juventus-Napoli, le opinioni sulla sanzione

Juventus-Napoli, le prossime mosse di De Laurentiis (Getty Images)
Juventus-Napoli, le prossime mosse di De Laurentiis (Getty Images)

Come sottolinea il Mattino in una lunga analisi, lo stesso presidente Sandulli dichiarava a Radio Punto Nuovo lo scorso cinque ottobre che la classifica di Serie A non deve essere scritta dal Covid. Nella ricostruzione, vengono individuati atti della ASL locale precedenti alla data della partenza del club per Torino, da cui sarebbero derivate le richieste di chiarimento del presidente De Laurentiis. Inoltre, il Napoli aveva anche richiesto, invano, il rinvio della partita alla Lega.

La sentenza, scrive Alessandro Barbano sul Corriere dello sport-Stadio, metterebbe in evidenza un altro atto di forza, di segno uguale e contrario, da parte dei giudici. Mentre il mondo sperimenta misure sempre più restrittive, il protocollo del calcio impone l’isolamento fiduciario. I giudici, scrive, si sono assunti “un compito che non spetta alla giustizia sportiva: quello di stabilire che non tutte le leggi dei cittadini si applicano ai calciatori”.

Molti, infine, sottolineano un altro aspetto. Se le cose stanno davvero come le ha descritte la sentenza, di fronte ad accuse così gravi, una sanzione che prevede un solo punto di penalizzazione appare risibile. Come avrebbe detto Corrado, non finisce qui.

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