Champions League, cancellata finale a San Pietroburgo: la nuova sede UFFICIALE

Champions League, niente finale a San Pietroburgo: scopri la nuova sede UFFICIALE decisa in queste ore dalla UEFA 

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha spinto la UEFA a prendere una decisione drastica nelle prime ore di questa mattina, 25 febbraio. Stando a quanto riferito dalla stessa Federazione, la sede della finale di Champions League è stata cambiata.

Originariamente in programma il prossimo 28 maggio a San Pietroburgo, la sfida più attesa dai club europei di questa stagione non si disputerà in suolo russo. L’attacco di Vladimir Putin al territorio ucraino, che ha portato ad un numero ancora in crescita di vittime, ha immediatamente spinto la UEFA ad una decisione drastica.

Per la prima volta nella storia recente della competizione, la finalissima non verrà più giocata nel paese stabilito da ormai diversi mesi. Una presa di posizione importante, arrivata come avvertimento al presidente russo per l’assurda decisione di entrare in guerra.

Champions League, la finale cambia sede: l’annuncio

Già nella giornata di ieri si era paventata l’ipotesi di un cambiamento immediato dopo i bombardamenti russi in Ucraina e nelle prime ore di oggi la decisione è diventata ufficiale. Una perdita economica considerevole per il paese, sia in termini di biglietti venduti, che per gli ascolti televisivi, che ovviamente in borsa.

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Nel comunicato ufficiale pubblicato in queste ore dalla UEFA, con tanto di ringraziamento al presidente Emmanuel Macron, viene ufficializzata la nuova sede della finale di Champions League. Il super match si svolgerà a Parigi, nello Stade de France, sabato 28 maggio alle 21:00.

Data la crisi senza precedenti recenti, la UEFA si è detta assolutamente disponibile ad aiutare i calciatori ucraini e le loro famiglie che stanno vivendo questo terribile momento. I club russi e ucraini, inoltre, giocheranno le prossime partite casalinghe in campi neutrali.

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Il Comitato Esecutivo della UEFA ha inoltre ribadito che non si escludono ulteriori meeting d’emergenza per valutare ulteriori decisioni in base allo sviluppo della vicenda politica riguardante il conflitto tra la Russia e l’Ucraina.