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Juve, la nuova accusa fa tremare Agnelli: cosa rischiano i bianconeri

Nuove accuse di falso in bilancio per la Juve. Le agenzie di stampa riportano la notizia di nuove perquisizioni della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza avrebbe perquisito studi legali in tutta Italia. I finanzieri di Torino hanno eseguito gli ulteriori accertamenti nella cornice dell’inchiesta delle plusvalenze che ha coinvolto la Juve e non solo lo scorso dicembre.

Juve, la nuova accusa fa tremare Agnelli: cosa rischiano i bianconeri (Lapresse)

Le perquisizioni, riportano le agenzie, si sarebbero svolte in diversi studi legali non soltanto torinesi, con lo scopo di prelevare materiali collegati alle approvazioni dei bilanci tra il 2019 e il 2021.

I dubbi stavolta riguarderebbero, secondo quanto riporta La Stampa, riguarderebbero le mensilità a cui i calciatori avrebbero rinunciato durante la prima ondata della pandemia.

I magistrati Marco Gianoglio, Ciro Santoriello e Mario Bendoni, che da dicembre guidano l’indagine denominata “Prisma”, lavorano su presunte plusvalenze in diversi anni di bilancio, si sono concentrati su alcune scritture private tra società e calciatori.

Nel corso dell’inchiesta, sono stati iscritti sul registro degli indagati Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Giovanni Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato e Cesare Gabbasio.

L’accordo aggiuntivo con i calciatori, raggiunto durante la pandemia, ha permesso alla Juve di registrare una riduzione di costi nei bilanci del 2020 e del 2021. Da quello che risulta alla Gazzetta dello Sport, l’accusa contesta alla Juve di aver omesso di inserire a bilancio la situazione debitoria.

L’idea dei magistrati, dunque, è che la Juve abbia concordato le riduzioni con i giocatori e le abbia inserite in bilancio per ridurre i costi, per poi registrare le integrazioni nel bilancio successivo. Una procedura ritenuta scorretta, secondo i magistrati, poiché la società sapeva con largo anticipo che avrebbe dovuto pagare gli atleti.

Cosa rischia la Juve per l’inchiesta

Andrea Agnelli, presidente Juve (LaPresse)

 

Per quanto riguarda l’aspetto sportivo, le norme della FIGC prevedono per casi simili una diffida nei casi in cui vengano fornite informazioni “mendaci, reticenti o parziali” oppure in presenza di comportamenti “diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica“.

Si può arrivare a una sanzione più grave, fino alla penalizzazione in campionato o addirittura all’esclusione della squadra, soltanto se la violazione del Codice di Giustizia della FIGC sia finalizzata all’iscrizionea una competizione cui [la società] non avrebbe potuto essere ammessa”. Non sarebbe il caso della Juventus.

Alessandro Mastroluca

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Alessandro Mastroluca

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