Mancini, è il giorno della verità: lascia o rilancia? Tutti i dubbi del ct

Oggi Roberto Mancini incontra il presidente della FIGC Gravina per definire il suo futuro sulla panchina della Nazionale

Roberto Mancini, uomo di certezze più che di dubbi, stavolta è combattuto. Il gol di Trajkovski ha cambiato le prospettive. La seconda mancata qualificazione consecutive ai Mondiali ha messo il ct e l’Italia tutta di fronte a responsabilità individuali e collettive. La sua conclusione dal limite ha fatto sparire o quasi il ricordo dell’Europeo vinto a Wembley e dei 37 risultati utili consecutivi degli azzurri. Quella squadra non esiste più. Mancini oggi incontra il presidente della FIGC Gravina, che gli ha chiesto di restare fino alla scadenza del contratto nel 2026.

Mancini, è il giorno della verità: lascia o rilancia? Tutti i dubbi del ct
Mancini, è il giorno della verità: lascia o rilancia? Tutti i dubbi del ct (Lapresse)

Non è detto che Mancini voglia rimettersi in gioco dopo quella che ha definito la più grande delusione della sua carriera. Delusione di cui è responsabile, anche se non unico. La scelta di puntare solo su Immobile per l’attacco, la fiducia al gruppo che ha trionfato in Inghilterra senza dare spazio dall’inizio a giocatori più in forma come Zaccagni o Pellegrini, non hanno pagato.

Uno spareggio, però, si vince anche correndo più degli avversari, e a Palermo questo non si è visto. Ma non solo a Palermo, se è vero che l’Italia ha segnato solo in due delle ultime sei partite giocate

A questo punto Mancini, che si era presentato dopo le macerie di Ventura annunciando che avremmo potuto vincere Europeo e Mondiale, è davanti a un bivio. Lasciare avendo completato solo metà della missione o raddoppiare provando a completarla fra quattro anni?

Mancini, la scelta più difficile

Mancini, la scelta più difficile
Mancini, la scelta più difficile (Lapresse)

Evidente che Mancini, da campione e poi da allenatore orgoglioso che mai si è tirato indietro di fronte a una sfida, possa essere stuzzicato dall’idea di prendersi una rivincita. Ha avviato un lavoro innovativo dal punto di vista della proposta di calcio della Nazionale, anche se al momento della verità non ha portato fino in fondo l’esperimento, dando una chance a un Raspadori per un Immobile che in azzurro rende molto meno che in biancoceleste.

Il presidente federale Gravina potrebbe anche proporre a Mancini di diventare supervisore di tutte le Nazionali azzurre, regista di un ecosistema su cui costruire il futuro a lungo termine.

Ma reagire a una botta così non è affatto facile. La quarta sconfitta incassata in 47 partite da ct costa troppo, e non solo per i danni economici da un centinaio di milioni di euro. Restiamo di nuovo a guardare gli altri giocare i Mondiali, e questo pesa anche sull’entusiasmo.

Lasciare in anticipo gli costerebbe 16 milioni netti di ingaggi, a spanne. Dal suo punto di vista potrebbe essere una risposta a uno scenario in cui all’orizzonte è di nuovo spuntata l’ombra di Marcello Lippi, che già in passato Mancini aveva dimostrato di non gradire. In più, è ipotizzabile che, se dovesse restare, il ct vorrà provare a imporre un rapporto diverso con i club. L’ottimismo sembra crescere, ma