Scudetto, perché il Milan potrebbe vincerlo… o no: i motivi

Il Milan ormai non può più nascondersi dal sogno scudetto: il Diavolo è in ballo e dovrà ballare fino alla fine del campionato. Ce la farà?

Mancano 7 giornate e la corsa scudetto è quantomai aperta. Inutile fare pronostici, Milan, Napoli ed Inter se lo giocheranno con ogni probabilità fino alla fine regalando un finale di stagione thriller a tutti gli appassionati di calcio italiani e non solo. Delle tre a sorprendere è il Milan, partito decisamente a fari spenti e con l’etichetta di outsider nel migliore dei casi. Ora Pioli ed i suoi ragazzi sentono il profumo dell’impresa, analizziamo la situazione dei Rossoneri per lo scudetto: perché sì e perché no.

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L’allenatore del Milan Stefano Pioli sogna il suo primo scudetto. (LaPresse)

Dai tempi dell’ultimo scudetto il Milan ha vissuto dieci anni (e anche qualcosa in più) da incubo. Dopo il primo tricolore di Allegri, in corrispondenza dell’arrivo di Ibrahimovic a Milano, il Diavolo è finito lentamente all’Inferno. Dalla stagione successiva, quella del gol di Muntari, la Juventus ha infatti inaugurato un ciclo di 9 scudetti consecutivi, mentre i Rossoneri sprofondavano nella mediocrità, tra crisi societarie, tecniche e di identità. E’ stato grazie ai ritorni di due uomini simbolo come Maldini e lo stesso Ibra, che il Milan ha riscoperto sé stesso e tutto l’ambiente ha trovato le guide di cui necessitava, in campo e fuori.

L’anno scorso poteva sembrare un fuoco di paglia, quest’anno invece Pioli ha dimostrato che il Milan ha sostanza, abbastanza da vincere lo scudetto? Vedremo. Arrivati a questo punto può succedere di tutto, senza una squadra schiacciasassi come lo era la Juve fino ad un paio d’anni fa. I rossoneri innanzitutto hanno il vantaggio di avere meno pressioni dell’Inter partita col favore del pronostico e del Napoli, che ha la miglior rosa del campionato insieme ai nerazzurri.

Milan tricolore? Perché sì e perché no

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Ibrahimovic vuole vincere con il Milan prima di ritirarsi. (LaPresse)

Del resto che la testa libera da pressioni possa ribaltare i pronostici l’ha dimostrato anche il Chelsea in finale contro il City l’anno scorso, ma la partita secca è una cosa, il campionato a punti è discorso ben diverso. Il Milan lo conferma con il ruolino di marcia avuto quest’anno nei big-match (ha perso solo con il Napoli all’andata), ma poi è mancato tragicamente nei momenti in cui una squadra davvero da scudetto non avrebbe mai fatto passi falsi e questo (guardando il calendario) è senza dubbio un fattore rilevante.

Il Milan paradossalmente ha sofferto soprattutto contro le piccole quest’anno. E’ anche vero però che ha avuto fuori causa quasi sempre il suo totem, Zlatan Ibrahimovic. Il gigante svedese non è un giocatore come gli altri e può effettivamente giocare un ruolo fondamentale in queste ultime giornate. Sebbene non sia al 100%, lui è l’unico nella rosa del Milan a sapere come si vincono gli scudetti, che è la cosa che gli è sempre riuscita meglio in carriera.

Scudetto al Diavolo: il verdetto

Il Milan campione d’Italia si presterebbe a diverse letture “romantiche”, dal coronamento della favola di Messias all’epopea di Ibrahimovic. Va detto però che delle tre in corsa i Rossoneri sono anche la squadra più inaffidabile, specialmente nei match considerati “facili” e gli scontri diretti ormai sono finiti.

L’Inter invece, dopo essere in un modo o nell’altro uscita vincente dallo Stadium, ha ritrovato tutta la fiducia e l’entusiasmo smarriti dopo il derby. Derby in cui, doppietta di Giroud a parte, i nerazzurri sono stati padroni del campo. In definitiva i favoriti restano Inzaghi e soci, lo sono sempre stati, crisi d’identità passeggere a parte.