Ibrahimovic, l’attore Granit Rushiti confessa: “Così sono diventato Zlatan”

Interpretare Ibrahimovic è stata la prima sfida da attore per Granit Rushiti, ex calciatore nelle serie inferiori svedesi

Mettere in scena la vita di grandi personaggi dello sport, sceneggiare storie reali di squadre o campioni, comporta sempre il rischio di passare dal vero al verosimile. Ne hanno discusso, ad esempio, Federico Buffa e Flavio Tranquillo presentando la serie “Winning Time” che ricostruisce la leggendaria stagione dei Los Angeles Lakers di Magic Johnson e del pittoresco proprietario Jerry Buss. Una ricostruzione, appunto, sceneggiata, attraverso attori che interpretano i protagonisti.

Ibrahimovic, l'attore confessa: "Così sono diventato Zlatan"
Ibrahimovic, l’attore confessa: “Così sono diventato Zlatan” (Lapresse)

Un’operazione concettualmente molto diversa dalla docu-serie The Last Dance sui Chicago Bulls di Michael Jordan. Una scelta, quella della messa in scena recitata, condivisa anche da Jens Sjogren, regista svedese di Zlatan, biopic sulla vita di Ibrahimovic liberamente tratto dalla sua autobiografia del 2011, “Io, Ibra”.

Una delle difficoltà principali per un regista che voglia realizzare un film simile su un campione dello sport è trovare un attore che sia credibile anche nelle scene d’azione. In questo caso a Sjogren serviva qualcuno che potesse apparire sullo schermo a suo agio nei panni di Ibrahimovic anche su un campo di calcio. Qualcuno che permettesse al pubblico di illudersi, guardando la scena, di star vedendo Ibrahimovic e non un attore che interpreta Ibrahimovic.

La lunga ricerca della produzione raggiunge il suo scopo in una cittadina a una mezz’oretta da Malmo, durante una sessione di allenamento dell’Eslovs BK, una squadra della quarta divisione svedese. L’attaccante della squadra, Granit Rushiti, convince tutti. Non troppo tempo prima aveva avuto l’occasione di un provino in Portogallo con lo Sporting Lisbona e il Benfica.

Come ricostruisce in un’intervista a The Athletic, a sorpresa decide di non presentarsi al primo incontro con Sjogren che vorrebbe affidargli il ruolo di Zlatan: preferisce andare a cena con gli amici. Ma pochi giorni dopo subisce il secondo grave infortunio al ginocchio della sua carriera. E cambia tutto. “Voglio diventare ricco, ho pensato: se non puoi farcela nel calcio devi fare qualcos’altro” ha detto. Quel qualcos’altro è il cinema. Rushiti accetta: è lui lo Zlatan del grande schermo.

Rushiti rivela: “Così ho impersonato Ibrahimovic”

Rushiti rivela: "Così ho impersonato Ibrahimovic"
Rushiti rivela: “Così ho impersonato Ibrahimovic” (ANSA)

Il primo passaggio per diventare Ibrahimovic sullo schermo è lavorare sulla voce. Sjogren non vuole che Rushiti faccia un’imitazione di Ibrahimovic. Gli fa studiare le sue interviste da giovane, quando Zlatan aveva una ventina d’anni. Vuole che Rushiti ne studi l’intonazione, il ritmo, la musicalità. Il risultato è impressionante. “Parla esattamente come me!” si stupisce lo stesso Ibrahimovic vedendo il film per la prima volta.

Poi, racconta Sjogren a The Athletic, succede qualcosa. Granit non solo parla come Ibrahimovic, si muove come Zlatan, tiene le spalle indietro come Zlatan. “Non mi sono mai sentito nervoso – ha detto a The Athletic -. Non potevano aspettarsi che interpretassi Zlatan come avrebbe fatto Brad Pitt. Ma credevo che avrei fatto un buon lavoro. Nessuno l’avrebbe potuto fare meglio di me”.

Essere cresciuto in un duro sobborgo di Malmo, aver affrontato in gioventù molte delle stesse situazioni e dei problemi che hanno forgiato il carattere del giovane Ibrahimovic certamente l’ha aiutato a entrare in sintonia con quel lato del campione svedese. Anche Rushiti ha imparato presto a non mostrare debolezze per non essere “mangiato” nella giungla urbana.

E poi c’è il calciatore. Sjogren voleva per il ruolo uno che a calcio sapesse giocare davvero, perché voleva girare le scene di campo non come delle approssimazioni, ma come si fa in certi film di pugilato: con le telecamere vicine all’azione. Il suo modello stilistico, ha confessato, non è nemmeno un film sportivo. Sjogren ha in mente lo stile di The Revenant, per cui Leonardo Di Caprio ha vinto il suo primo Oscar. “Volevo vedere la palla venire verso di noi, e niente slow motion” ha spiegato. E scegliere un calciatore, seppur di una serie modesta, è indubbiamente una scelta giusta.

Poi Rushiti da anni guardava, studiava, imitava Ibrahimovic. Si stava preparando da tutta la vita per il ruolo che gli ha cambiato la vita.