Gli effetti dell’inchiesta della Procura di Torino che ad inizio settimana ha stroncato i vertici dei gruppi ultras della Juventus più importanti, per la prima volta all’Allianz Stadium gli steward in curva sud, fuori dall’impianto la tensione è alta per il timore di ripercussioni e la rivalità interna tra frange estreme del tifo bianconero per prendersi il potere. Questo è lo scenario di un pomeriggio che attende Juventus-Verona, anticipo della quarta giornata di Serie A alle ore 18. Il match già di suo porta con se una contrapposizione forte tra due tifoserie che non sono affatto amiche, quelli dell’Hellas sono gemellati con la Fiorentina.
10 arresti, 2 obblighi di dimora, una quarantina di indagati. L’operazione Last Banner, lascia strascichi, polemiche e minacce. “E’ una partita a rischio” aveva detto il questore di Torino, Giuseppe De Matteis, il giorno della conferenza stampa ad inizio settimana dopo le misure cautelari. Il silenzio degli ultras colpiti è da interpretare. Si stanno riorganizzando, ci sono ancora da capire gli effetti degli interrogatori di garanzia dei capi finiti in carcere e la rivalità datata all’interno della curva bianconera con le frange minori che ora vogliono prendere il comando, allontanando definitivamente i rivali storici coinvolti nell’inchiesta.
Tra questi i True Boys che vogliono prendersi il comando. Già nelle intercettazioni presenti negli atti di indagine facevano capire come il confronto interno tra capi ultras per chi dovesse prevalere sugli altri fosse molto acceso. Poi una frase: “Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è o nuost”.
In curva ci saranno anche gli altri, con gli steward a controllare, nessuno striscione, nemmeno quelli con 50 anni di storia. E fuori? Il clima è teso, lo Stadium presidiato da numerosi agenti in assetto anti sommossa, gli uomini della Digos in giro a controllare. Ci sono anche i tifosi normali, proprio loro, quelli che vogliono fare il tifo per la Juve o il Verona e vedere la partita, gli stessi ai quali qualcuno fino a pochi giorni fa ha rubato il posto con minacce e intimidazioni a volte violente anche davanti ai bambini. “La Curva Sud è morta ” recitava uno striscione appeso nei giorni scorsi. Vedremo. Intanto per fortuna c’è il calcio giocato e si spera di poter parlare solo di quello.
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