Juventus, Sarri: “Affaticamento per Ronaldo. L’esordio di Balotelli uno stimolo in più”

La Juventus, dopo la vittoria di misura contro il Verona, incontrerà il Brescia nella quinta giornata di Serie A. C’è grande attesa per questo primo turno infrasettimanale, soprattutto perché potrebbe rivedersi in campo – tra le fila delle Rondinelle – Mario Balotelli. Sarri, dunque, è chiamato ad una prestazione maiuscola che i suoi dovranno mettere in campo se vogliono restare attaccati al vertice. Così il mister bianconero alla conferenza stampa di presentazione del match:

Dopo i cambi di formazione visti contro il Verona, domani si tornerà alla solita Juventus?

“Voglio tutti i dati dai preparatori e dallo staff per decidere con lucidità. Inutile rischiare di avere infortuni adesso. E’ importante avere continuità, ma c’è bisogno di fare anche altre valutazioni. Sette-otto giocatori che non erano in campo sabato, ieri si sono allenati bene, quindi ne va tenuto conto”.

Il Brescia è partito benissimo, senza la rocambolesca sconfitta con il Bologna sarebbe tra le big: che impressione ti ha fatto?
“Si vede che c’è tanto lavoro dietro da parte di Corini. E’ una quadra organizzata che esprime un calcio piacevole. In questo momento è pericolosa, una neopromossa in condizione e l’esordio di Balotelli può dare una botta di entusiasmo all’ambiente. Sarà una partita insidiosa: affrontare queste squadre, che sono molto in salute, in questo momento è pericoloso per noi e per tutti”.
Ronaldo e Bonucci finora hanno giocato sempre: qualcuno potrebbe riposare?
“Valuterò i cambi. Ronaldo ieri aveva un piccolo problema all’adduttore ed è normale: cercherò di capire per chi è indispensabile il riposo”.

Juventus, Sarri: “Stiamo lavorando affinché la squadra capisca ciò che chiedo, l’adattamento è una questione soggettiva”

Sarri conferenza stampa pre Brescia
Sarri alla vigilia del match contro il Brescia (Getty Images)
A che punto è arrivato l’apprendimento della nuova gestione?
“E’ qualcosa di reciproco. Io devo capire cosa posso dare alla squadra, e la squadra deve capire quello che chiedo. Stiamo lavorando, io spero di adattarmi il prima possibile. Ma come ho sempre detto, l’adattamento di una squadra ai principi dell’allenatore è sempre molto soggettivo”.
Chi è incaricato a battere le punizioni in questa Juve?
“Ci sono delle indicazioni. Le punizioni di destro vanno a Pjanic e Ronaldo. Mentre per quelle di sinistro, dipende da chi c’è in campo: i primi nomi sono Dybala o Bernardeschi. Anche per i rigori si indica chi è l’incaricato principale e chi l’alternativa. Poi ci sono momenti della partita in cui magari il prescelto non è nella condizione, e quindi è giusto che ci sia un’altra opzione. Ne abbiamo un paio per ogni situazione”.
Subito dopo il suo ingresso contro il Verona, Higuain ha subito un duro colpo al naso che gli ha fatto perdere molto sangue. Come sono le sue condizioni oggi?
“Non sono state riscontrate fratture, quindi penso che Gonzalo sia a disposizione. La grande difficoltà che ha avuto in partita è stata la fatica a respirare per il tamponamento, ma è stata scongiurata la frattura”.
Oltre a Ronaldo, c’è qualche altro giocatore di cui Maurizio Sarri si è accorto di non poter fare a meno?
“Ci sono tanti momenti nell’arco di una stagione. In questa fase è diventato importantissimo per noi Matuidi per motivi tattici. Stava diventando importante anche Douglas Costa, poi purtroppo è arrivato l’infortunio. Mentre invece mentalmente ci sta mancando tanto Giorgio Chiellini. Però per esperienza vi dico che le cose possono cambiare: spesso nell’arco di un stagione arriva il momento in cui l’indispensabile diventa un altro”.
E’ più difficile per Sarri entrare nel mondo Juve o per la squadra entrare nel mondo di Sarri?
“Il mondo Juve non ha niente di particolare e differente da altri tipi di realtà. Questi mondi sono fatti da persone, non c’è un diktat dal cielo. Io mi sto trovando benissimo con le persone con cui lavoro qui alla Juventus, non ci trovo niente di particolare. Anzi, mi hanno aiutato a entrare ancora meglio in questo club: qui c’è un alto livello di organizzazione. E la necessità di fare risultati c’è anche in altri ambienti, come al Chelsea. Poi c’è l’aspetto tecnico, capire le caratteristiche di tutti i giocatori. Tutti hanno alcune qualità palesi, altre invece si riconoscono lavorandoci giorno dopo giorno. Questo è l’adattamento: permettere ai giocatori di esprimersi al meglio mantenendo l’equilibrio di squadra. Poi ci vuole tempo, non è un videogioco: un modo di giocare è un modo di pensare”.
Dopo quattro giornate l’Inter è capolista, la Juve seconda e il Napoli ha rischiato di completare un’incredibile rimonta allo Stadium: come sono le avversarie di questa Serie A?
“Ho studiato solo le squadre che abbiamo affrontato, del resto non ho visto niente. Ieri ho studiato il Brescia fino alle dieci di sera, non ho visto partite non collegate a noi. Il quadro generale non ce l’ho ancora, ma che quest’anno fosse più difficile era opinione condivisa da tutti e sarà così. Il livello del calcio italiano si è alzato? Anche su questo bisogna aspettare: nelle prime sette-otto partite tutte provano a proporre calcio, poi la situazione cambia. Era così anche qualche anno fa. Vediamo se questa tendenza a giocare di più da parte di tutti sarà duratura”.