Coronavirus, Juventus-Inter: niente rimborsi ai tifosi. Indaga l’Antitrust

Coronavirus, Juventus-Inter: niente rimborsi ai tifosi. Indaga l'Antitrust
Coronavirus, Juventus-Inter: niente rimborsi ai tifosi. Indaga l’Antitrust

L’emergenza Coronavirus chiuderà l’Allianz Stadium ai tifosi. Juventus-Inter, big match di domenica prossima, dovrebbe giocarsi a porte chiuse. La decisione sembra ormai presa, ma si attende ancora l’ufficialità. Una decisione per salvaguardare la salute dei cittadini, ma dietro l’angolo c’è anche un ingente danno economico.

Juventus-Inter a porte chiuse, nessun rimborso per i tifosi

Sembra incredibile, eppure la Juventus non prevede alcun tipo di rimborso per i tifosi: non si tratta di una decisione del momento, ma nel “contratto di servizio” quando si acquista il biglietto è spiegato che in caso di eventi del genere la società non si fa carico di eventuali rimborsi, né per gli abbonati, né per i paganti. Una “policy” molto discutibile, ma sancita nero su bianco dalla Juventus. E si parla di una cifra cospicua che il club bianconero “salverebbe”, ossia di circa 3 milioni di euro. Lo scorso anno ci furono 41.495 spettatori con un ricavo di 3.163.509 euro. Tuttavia, sulla questione indaga l’Antitrust, che vuole vederci chiaro. La Juventus è avvisata, ma intanto dovrebbe trincerarsi dietro il contratto d’uso che si accetta ogni volta si compra un biglietto per le partite della Juventus.

Indaga l’Antitrust, protestano le associazioni dei consumatori

Intanto, già protestano le associazioni dei consumatori: “A seguito della decisione di disputare a porte chiuse le partite Milan-Genoa, Sassuolo-Brescia, Parma-Spal, Juventus-Inter e Udinese-Fiorentina, coloro che hanno acquistato biglietti o abbonamenti hanno diritto al rimborso integrale o della quota dell’abbonamento”, fa sapere una nota del Movimento dei consumatori, che spiega come “Eventuali clausole contenute in condizioni di abbonamento o di vendita non possono derogare tale principio, previsto dal Codice Civile (artt. 1463 e 1464), anche recentemente affermato dal tribunale di Roma con l’ordinanza del 24 giugno 2019 nell’azione inibitoria del Movimento Consumatori contro la SS Lazio”. Si prepara, quindi, una vera e propria battaglia legale.

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