Quotidiani sportivi, crollo nelle vendite: i dati del lockdown

I principali quotidiani sportivi in Italia e all’estero hanno subìto delle perdite non indifferenti in termini di guadagno durante il lockdown. Le uniche speranze di crescita risiedono, anche per l’editoria e il giornalismo sportivo, nella Fase 2 e 3 della pandemia. La situazione nel nostro Paese.

Quotidiani sportivi a ribasso con il lockdown (Getty Images)
Quotidiani sportivi a ribasso con il lockdown (Getty Images)

Lo sport italiano si ferma così come, in un certo qual modo, il suo racconto quotidiano. Questo è uno stallo dovuto a cause di forza maggiore che ha toccato diversi settori pur colpendone – nello specifico – uno soltanto. Sotto la categoria sport non risiede solo il calcio, che pure ha trovato il modo per proseguire il suo racconto giornaliero attraverso dibattiti, polemiche e risentimenti circa l’eventuale ripartenza della Serie A. Guardando altrove, la situazione è critica.

Il lockdown danneggia l’editoria e il giornalismo: crollo nelle vendite di quotidiani sportivi

Quotidiani sportivi, calano a picco le vendite con il lockdown
Quotidiani sportivi, calano a picco le vendite con il lockdown (Getty Images)

Mancando la domanda, nessuno (o quasi) si interessa allo sport in tempi di pandemia, di conseguenza si modifica anche l’offerta: il racconto sportivo, attraverso i quotidiani, cambia forme e priorità. Così, durante il lockdown, in Italia e all’estero hanno risentito anche gli incassi relativi al mondo editoriale e dell’informazione cartacea: nello specifico i principali quotidiani sportivi – come Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e TuttoSport – rispetto allo stesso mese dell’anno scorso hanno perduto mediamente il 40% dei ricavi. Una considerevole fetta di torta fuori dagli utili.

Leggi anche – Calcio, ultras di tutta Europa uniti: “Stop alla ripresa dei campionati”

Dati allarmanti che, visti nel dettaglio, fanno capire come in particolar modo sul cartaceo, ma anche sul Web, un certo tipo di cronaca con il lockdown imperante e la quarantena nel vivo è diventato secondario. Nella richiesta e soprattutto nel profitto. Questo implicherà non poche conseguenze sul personale giornalistico che, per forza di cose, nelle redazioni sportive sta subendo un ridimensionamento. Rispecchiando, in maniera impietosa, la dicotomia degli introiti pre e post lockdown. Non resta che sperare, per risollevare un settore – l’ennesimo – in crisi come quello dell’informazione, in una ripresa graduale. Magari a partire dalla Fase 2, che poi è l’auspicio di un Paese intero.

Leggi anche – Telegram, chiusi 163 canali d’informazione per pirateria: l’inchiesta