Serie A, la quarantena non cambia: il dietrofront del Cts

Lega e Federcalcio hanno chiesto a più riprese la possibilità di ispirarsi al modello tedesco in caso di eventuali nuovi casi di COVID-19 durante il campionato. La ‘quarantena soft’, però, sembrerebbe non poter essere attuata: servirebbe una norma ad hoc nell’attuale protocollo. Al momento, la squadra con un membro positivo al Coronavirus dovrà farsi l’isolamento per intero. Equilibri del campionato a rischio.

Serie A, dietrofront del Cts sulla 'quarantena soft' (Getty Images)
Serie A, dietrofront del Cts sulla ‘quarantena soft’ (Getty Images)

La Serie A sembrava apprestarsi a ripartire sotto i migliori auspici, invece una frenata brusca restituisce all’inizio del campionato dopo il lockdown un alone di incertezza. L’argomento è sempre lo stesso: la quarantena per i giocatori positivi. Si ragiona sempre nell’eventualità di incontrare nuovi casi, visto che il COVID-19 ancora non è un lontano ricordo seppur le statistiche, di giorno in giorno, siano sempre più incoraggianti. Il nodo da sciogliere è riferito ai tempi di sospensione in caso di positività.

Serie A, frenata sulla ‘quarantena soft’: il Cts boccia il modello tedesco in caso di contagi

Serie A, niente modifiche alla quarantena (Getty Images)
Serie A, niente modifiche alla quarantena (Getty Images)

Inizialmente, secondo il protocollo, qualora dovesse essere riscontrato un calciatore positivo all’interno della squadra dovrebbe esser messo in isolamento e l’intera società coinvolta sarebbe estromessa dai giochi e le attività per almeno 15 giorni. Partendo da questo assunto, è stato chiesto di allentare le maglie. La richiesta è arrivata da Federcalcio e Lega che auspicavano di potersi rifare al modello tedesco per cui la squadra potrebbe continuare a svolgere la propria attività mentre soltanto i giocatori che hanno contratto il virus verrebbero messi in isolamento.

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Nelle settimane passate ci sono state diverse disquisizioni sul tema e sull’eventualità che la ‘quarantena generale’ venisse soppiantata dalla ‘quarantena individuale’ dedicata agli ipotetici infetti di ciascun club. Ora, invece, sembra tutto nuovamente fermo al protocollo inizialmente promosso dal Cts: niente rettifica, dunque. Per cambiare le regole preventive – e quindi le modalità di quarantena – servirebbe un provvedimento ad hoc che al momento non sembrerebbe attuabile. Semaforo che da “verde” diventa “rosso” e, stando così le cose, un proseguo spedito della Serie A diventerebbe più difficile.

Il rischio contagi c’è e, con le regole attuali, anche solo con un tampone positivo, ciascuna squadra potrebbe essere sottoposta a quarantena. Questo comporterebbe una seria difficoltà nello svolgimento omogeneo e lineare della competizione. Quindi, finché non ci sarà una norma dedicata che metta in chiaro la possibilità di una diversa formula di quarantena, ripartire senza dubbi o perplessità potrebbe essere impossibile. Per adesso, il 20 giugno si torna in campo. Bisognerà capire con quale spirito.

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