Quanto costa l’eliminazione agli ottavi di Champions League per la Juventus. I ricavi mancanti dei bianconeri per il mancato passaggio alla Final Eight
La stagione della Juventus, terminata con l’eliminazione dalla Champions League per mano del Lione, finisce in rosso. Mancare l’accesso alla Final Eight di Champions League non intacca solo il prestigio dei bianconeri, ma anche il portafoglio della società, che sperava di utilizzare anche le maggiori entrate europee per tamponare le conseguenze negative del coronavirus.
I ricavi per la sola Champions League nella stagione 2019-20 hanno comunque superato gli 80 milioni di euro, anche se passare il turno ne avrebbe garantiti altri 10,5 di bonus (per un totale di 90,85). In più, verranno a mancare ulteriori introiti per i diritti tv. E la quota riservata al market pool potrebbe ridursi, considerato che l’Atalanta è già nei quarti, protagonista di un percorso migliore dei bianconeri. Con il Napoli ancora in corsa, anche se di fronte alla prospettiva di “scalare l’Everest” al Camp Nou contro il Barcellona.
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Juventus, i mancati ricavi dalla Champions e le plusvalenze record
In totale, la sconfitta nel doppio confronto con il Lione, prima eliminazione in una sfida a eliminazione diretta per i bianconeri contro una squadra francese, costerà alla Juve una ventina di milioni. La società, comunque, ha realizzato il record di ricavi da plusvalenze nella sua storia. Infatti, le cessioni hanno già prodotto in questa stagione benefici economici per 160 milioni.
Battuto il precedente record, i 139 della stagione 2016-17 in cui però pesavano molto i 96 garantiti dalla vendita di Paul Pogba al Manchester United (ridotti in bilancio per effetto della commissione da riconoscere a Mino Raiola).
In questa stagione, la Juve ha ceduto diversi giocatori giovani a cifre elevate come Eric Lanini, classe ’94, passato per due milioni al Parma o Simone Muratore, ceduto all’Atalanta dopo l’esordio in Serie A per 7 milioni. Una politica che la dirigenza bianconera ha perseguito sistematicamente negli ultimi anni, con benefici evidenti per i bilanci. Ma servirà una politica gestionale meno legata alla volubilità delle quotazioni dei calciatori per guadagnare competitività contro le big d’Europa.
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