Milan, Seedorf non si trattiene: la polemica e i retroscena del suo esonero

Clarence Seedorf torna a parlare della sua esperienza sulla panchina del Milan, non risparmiando alcune critiche verso la vecchia società.

Il Milan sembra aver ritrovato la strada maestra con Stefano Pioli, confermato in panchina dopo i buoni risultati della passata stagione. In particolare è stato decisivo il post-lockdown, perché anche l’attuale tecnico rossonero sembrava ormai condannato all’esonero. Per fortuna c’è stata un’eccezione rispetto alla tendenza del recente passato, che ha visto succedersi tantissimi allenatori. Tra questi è stato coinvolto anche Clarence Seedorf che, in esclusiva ai microfoni di “Goal”, ha ripercorso i momenti di quella breve e infelice esperienza.

L’ex centrocampista olandese, scelto il 16 gennaio 2014 per sostituire Massimiliano Allegri, ha voluto rivendicare il suo lavoro con dichiarazioni polemiche e molto dirette: “Mi sentivo pronto e anche i risultati lo hanno dimostrato. Ho avuto la media punti più alta degli ultimi allenatori, portando la squadra dalla zona retrocessione a lottare per un posto in Europa: nessuno ha fatto meglio dopo di me”.

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Seedorf: “L’esonero dal Milan? E’ stato ingiusto, nessuno ha fatto meglio di me”

Seedorf Milan
Clarence Seedorf (Getty Images)

Il Milan forse ha sbagliato a cacciare Clarence Seedorf che, a distanza di qualche anno, ha voluto spiegare e chiarire i motivi di quel divorzio: “La situazione societaria era instabile: il club era in vendita e mi sono trovato in un ambiente difficile. Nonostante questo ho fatto 35 punti in 19 partite e sono stato esonerato quando ancora avevo due anni di contratto”.

L’ex allenatore rossonero, sollevato dall’incarico a fine stagione al posto di Filippo Inzaghi, si è tolto ancora qualche sassolino dalla scarpa: “Gli allenatori successivi hanno fatto meno punti di me, ma sono rimasti un anno intero. La società ha speso 100 milioni peggiorando le cose. Lo dicono i numeri, non lo sostengo solo io. Non ho avuto lo stesso tipo di trattamento e non riesco a spiegarmi il metro di giudizio utilizzato: quali sono stati i veri criteri?”

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