Milan-Roma, moviola rigori (foto): perché il VAR non è intervenuto

Serata di grandi proteste in Milan-Roma. Assegnati due rigori, uno per parte. I rossoneri ne chiedono un secondo per fallo di mano di Mancini. Il VAR non è mai intervenuti. Gli episodi

Serata particolarmente difficile per Giacomelli in Milan-Roma. L’arbitro assegna due rigori, uno per parte, entrambi più che discutibili. In un terzo episodio, un tocco di braccio di Mancini, vede un fallo di Ibrahimovic e ammonisce lo svedese.

Nel primo tempo il Milan chiede un calcio di rigore per un tocco di braccio di Kumbulla. La palla gli rimbalza sul petto prima, e questa è un’attenuante possibile ma non sempre. In ogni caso, il difensore della Roma non ha il braccio largo abbastanza da configurare un’illegittima occupazione dello spazio. Giacomelli non fischia, il Milan protesta. La decisione appare condivisibile. Lo sono decisamente meno le due che accendono il secondo tempo. Ovvero i due calci di rigore, uno per parte.

La serata nera di Giacomelli inizia al minuto 69. Tatarusanu respinge il diagonale di Mkitaryan, Pedro e Bennacer si avventano sul pallone. Giacomelli assegna il rigore. I calciatori del Milan gli chiedono di andare a vedere il contatto al VAR, ma l’arbitro rimane sulla sua posizione. Tuttavia, le immagini televisive dimostrano l’entità del suo errore. E’ infatti Pedro che con la punta del piede va a commettere fallo sull’avversario.

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Milan-Roma, i due rigori contestati

Veretout trasforma il rigore. Cinque minuti dopo, contrasto fra Ibrahimovic e Mancini che la tocca col braccio. Giacomelli ammonisce lo svedese. La decisione è al limite, la sanzione difficilmente spiegabile. L’episodio si può valutare in due modi: se non è fallo di Ibrahimovic, è rigore. L’arbitro ritiene falloso l’intervento di Ibrahimovic e di conseguenza il tocco di mano indotto non punibile. La sanzione disciplinare resta eccessiva.

Sei minuti dopo fa altrettanto discutere il penalty che porta al 3-2 del Milan. Il contatto fra Mancini e Calhanoglu è fin troppo presunto. Anche in questo caso, Giacomelli non viene indotto a rivedere l’azione al VAR. Dopo la trasformazione di Ibrahimovic, alla terza doppietta in campionato, entrambe le squadre possono sentirsi vittime di decisioni ingiuste.

La successione degli episodi, e l’assenza sistematica di richiamo da parte degli assistenti, è stata sottolineata sul suo profilo Twitter dall’ex arbitro Luca Marelli, che ha curato un blog per spiegare il regolamento e le decisioni arbitrali. Il rischio di questa stagione, ha scritto Marelli che aveva già sostenuto questa possibilità in una recente intervista nel corso del programma Tutti Convocati a radio 24, è che si ecceda in senso contrario nell’utilizzo del VAR. Contatto valutativo, nessun intervento: è sempre così quest’anno, come accaduto anche a Genova e Torino. Rischiosissimo”. L’ex arbitro sottolinea uno degli elementi più discussi del protocollo legato al VAR.

Nelle situazioni in cui al centro della decisione arbitrale c’è l’entità di un contatto, vale sempre e solo il metro dell’arbitro. E questo apre delle zone grigie, perché risulta intuitivamente difficile comprendere come mai la decisione del primo rigore non sia stata invertita. In quel caso, non è in discussione solo l’entità o la tipologia del contatto, ma l’identità di chi ha commesso e subito fallo. Invertirle dovrebbe essere considerato sempre un chiaro ed evidente errore. Se così non è, il VAR rischia di creare molta più confusione.

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