Barcellona, Laporta torna presidente: i risultati e il futuro di Messi

Joan Laporta torna presidente del Barcellona. Fu lui a scegliere Pep Guardiola. Ha un ottimo rapporto con Messi. Gli scenari

Barcellona, Laporta torna presidente: i risultati e il futuro di Messi
Barcellona, Laporta torna presidente: i risultati e il futuro di Messi

I soci del Barcellona si sono espressi. E hanno scelto Joan Laporta come presidente blaugrana. Il candidato favorito ha avviato i festeggiamenti prima dell’ufficialità dei risultati. Con l’80% delle schede scrutinate, Laporta ha raccolto il 57% delle preferenze. Victor Font, secondo, il 31%; Tony Freixa, terzo, il 9%. Anche gli avversari, prima ancora che fossero completate le operazioni di scrutinio, hanno riconosciuto la sconfitta e si sono complimentati con Laporta.

L’avvocato è dunque tornato alla presidenza del Barcellona. ha già occupato questa carica, infatti, dal 2003 al 2010. Sotto la sua gestione, Leo Messi ha debuttato in prima squadra. E’ stato lui poi a scegliere Pep Guardiola come allenatore, dando così inizio alla creazione di una delle squadre che hanno definito il calcio moderno.

Alla vigilia delle elezioni, Laporta ha spiegato chiaramente la sua volontà di trattenere Messi. “Dove starebbe meglio se non qui, con me come presidente?” chiedeva a pochi giorni dal voto. La risposta, dal suo punto di vista, era ovviamente scontata.

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Laporta torna presidente, al Barcellona prometteva: “Messi resta”

Laporta ha scelto “Estimem el Barça” (‘Amiamo il Barça’) come slogan per presentare la candidatura. Ha fatto valere la sua esperienza precedente, il suo innegabile amore per il Barcellona e il rapporto privilegiato con la stella più luminosa del panorama blaugrana.

Il nuovo presidente ha difeso anche il contratto con Messi, finito sotto l’occhio del ciclone dopo l’inchiesta del quotidiano spagnolo El Mundo che ha pubblicato le cifre dell’ingaggio della Pulga:  quasi 139 milioni lordi a stagione. Secondo Laporta, l’ingaggio dell’argentino rappresenta l’8% dei costi della squadra. Messi, però, garantisce il 30% dei ricavi.

Durante il suo precedente mandato da presidente della società, come ha rivelato al Guardian nel 2017, l’Inter di Massimo Moratti si era detta pronta a pagare i 150 milioni di clausola per rescindere il contratto. Per questo, ha detto Laporta, “abbiamo deciso di alzarla a 250 milioni”. Laporta può far leva sull’ottimo rapporto con il padre della Pulga, Jorge, un fattore decisivo anche nella decisione sul suo futuro.

La prima volta: Messi, Guardiola e lo sponsor Unicef


La prima “era Laporta” ha segnato gli inizi di Messi. Eletto il 15 giugno 2003, insieme a un consiglio direttivo giovane, ha voluto Frank Rijkaard in panchina e iniziato la ricostruzione della squadra intorno al brasiliano Ronaldinho. I blaugrana chiudono la stagione 2003-04 al secondo posto, con un finale in crescendo. Vincono però le due edizioni successive della Liga. E’ la squadra di Puyol, Iniesta e Xavi, che trionfa anche in Champions League del 2006.

Confermato presidente ad agosto di quell’anno, senza elezioni per mancanza di altri candidati, nella seconda fase della sua gestione ha incontrato molte resistenze.. Nel luglio 2008, passa una mozione di sfiducia nel board ma senza raggiungere il 66% necessario a indire nuove elezioni. Laporta non si dimette. Lo fa quasi metà del consiglio direttivo. Se ne vanno otto membri su diciassette, tra cui quel Ferran Soriano, grande mente del Manchester City e della rete di club collegati nel City Group.

La scelta che simboleggia questo periodo dell’era Laporta, però, è il licenziamento di Frank Rijkaard e la promozione sulla panchina della prima squadra di Pep Guardiola. L’ex capitano blaugrana ha appena portato la squadra B dalla quarta alla terza divisione. Nessuno avrebbe immaginato che sarebbe stato capace di regalare al Barcellona la miglior stagione della sua storia. In un anno, i blaugrana vincono Liga, Copa del Rey, Champions League, Supercoppa spagnola, Supercoppa UEFA, Coppa del Mondo per club FIFA.

Celebre anche per aver introdotto la sponsorizzazione sulle maglie, attraverso l’accordo con UNICEF nel 2006, Laporta si era candidato anche nel giugno nel 2015. Ma in quell’occasione non riuscì a evitare la rielezione del presidente uscente Josep Maria Bartomeu.