Manolas saluta l’Italia, torna all’Olympiacos: le tappe di un reset obbligato

Manolas saluta l’Italia. Il difensore torna in Grecia, le tappe della sua carriera in Serie A costellata da alti e bassi.

Kostas Manolas, addio Italia (Getty Images)
Kostas Manolas, addio Italia (Getty Images)

L’estate del 2019 ha parlato chiaro: “Vado a Napoli per vincere”. Due anni dopo Manolas lascia la Serie A e i partenopei con più rimpianti che rimorsi. All’Olympiacos, sua squadra del cuore che lo cercava già dalla scorsa estate, non ha saputo e voluto dire di no. Talmente impaziente di trasferirsi in Grecia che non ha voluto neppure aspettare Gennaio, guadagnerà la metà di quanto guadagna ora (4 mln) con qualche bonus, ma sarà felice.

Perchè Kostantinos non lo era più: almeno a Napoli. Voleva cambiare aria dopo anni di alti e bassi, da un allenatore all’altro senza un minimo di continuità. Insieme a Koulibaly formava il K2: muro difensivo impossibile da valicare sulla carta, nella realtà hanno prevalso gli infortuni del greco che oggi saluta la Serie A con una Coppa Italia vinta, una Supercoppa sfiorata e poco altro.

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Manolas addio Serie A: l’Olympiacos lo aspetta

Il difensore greco torna all'Olympiacos (Getty Images)
Il difensore greco torna all’Olympiacos (Getty Images)

In azzurro. Nella sua parabola altalenante, però, rimane impressa una sera d’Aprile del 2018: quando, con la Roma, eliminò il Barcellona ai quarti di finale della Champions League. La corsa, le urla, il bacio alla maglia. Una serata magica che pensava di fargli toccare il cielo con un dito. La magia è finita, ora è tempo di concretezza e riparte da capo. Da quella squadra che tanto gli ha dato in passato e altrettanto può dargli ora: “Darò l’anima per i tifosi”.

Queste le sue prime parole: più che un ritorno è una tappa obbligata, Manolas lascia l’Italia nel cuore ma è pronto a riprendersi casa sua. E forse la colpa non è solo dei risultati, ma anche di una condizione che non è più come prima: abbastanza per dire che, forse, è il momento di divertirsi. E nessuno si diverte come a casa propria, anche se all’Olimpico – per qualche istante – si è sentito immortale. Proprio come i ricordi di quella notte, che rivive – un po’ alla volta – su un aereo di sola andata per la Grecia.