Milik, con Allegri sarà crisi di gol: perché la Juve è una scelta sbagliata

Arkadiusz Milik è ad un passo dalla Juventus, ma con Max Allegri l’astinenza da gol sarà un tema ricorrente: perché è una scelta sbagliata

Sembra ormai cosa fatta, ad una settimana dalla chiusura del calciomercato Arkadiusz Milik sta per tornare in Serie A per vestire la maglia della Juventus. L’attaccante polacco, dopo l’esperienza al Napoli, potrà finalmente approdare a Torino, un desiderio che lo accompagnava da diverse stagioni.

Milik Juventus
Arkadiusz Milik, attaccante (Ansa)

Durante l’ultima estate trascorsa all’ombra del Vesuvio, quella del 2020, erano emerse le prime voci di un suo possibile trasferimento in bianconero. L’attaccante è finito fuori rosa e solamente nel gennaio del 2021 si è trasferito in Francia, al Marsiglia.

Un prestito fino al 30 giugno scorso, con riscatto avvenuto ad inizio mercato per 8 milioni di euro. In Francia il rendimento è stato più che buono, con 30 gol segnati in 55 presenze complessive. Poi la chiamata della Juventus, che lo ha iniziato a considerare la giusta alternativa a Vlahovic, il piano B del ben più costoso Depay.

Milik alla Juventus, perché con Allegri il destino è segnato

Milik Juventus
Arkadiusz Milik, obiettivo della Juve (Ansa)

Un colpo importante per la Juve, che ha espresso la volontà di trovare un rincalzo di livello quando Vlahovic dovrà riposare. Per Milik, però, si prospetta un destino segnato. A Torino la musica sarà ben diversa dai suoi anni nel Napoli e non parliamo di obiettivi o pressioni, ma di gioco.

Il polacco è infatti arrivato in azzurro nell’estate del 2016, trovando in panchina un certo Maurizio Sarri, che lo ha aiutato ed esaltato nonostante la doppia rottura del crociato. In 122 presenze sono arrivati 48 gol, uno score importante se si considera la gravità degli infortuni.

Un gioco verticale, esaltato anche da Carlo Ancelotti, che nella stagione 2018/2019 gli ha permesso di realizzare 20 reti, poco meno delle metà di tutte le sue marcature con il Napoli. Proprio questo tipo di scenario sarà irripetibile in casa juventina.

La partita di Vlahovic a Genova contro la Sampdoria ne è un’emblema. Un attaccante costretto a giocare sulla linea dei centrocampisti, spalle alla porta, con pochissimi palloni toccati durante tutto l’arco della partita. Tra qualche settimana tornerà Di Maria, poi Pogba e tra qualche mese Chiesa, ma il gioco non cambierà.

Per Milik, mai stato un cecchino infallibile sotto porta, in partite con appena 2 o 3 occasioni (se tutto andrà bene) il fallimento è previsto. A quel punto l’astinenza da gol si farà sentire, così come le pressioni del pubblico. Dovrà essere bravo il polacco ad integrarsi pienamente nelle idee di Allegri e riuscire a trovare una continuità realizzativa che, al momento, stupirebbe molti addetti ai lavori, dato il contesto.