Francia-Turchia, perché è un match a rischio: calcio e politica, mix ad alta tensione

Francia-Turchia, perché è un match a rischio: calcio e politica, mix ad alta tensione

Una partita “elettrica”. Così L’Equipe, il principale quotidiano sportivo francese, ha presentato in prima pagina la sfida Francia-Turchia, per la quale sono previste eccezionali misure di sicurezza. E non solo perché i Bleus sarebbero matematicamente qualificati a Euro 2020 in caso di vittoria. La partita si gioca in un contesto politico molto teso. Il presidente francese Macron ha condannato l’offensiva di Erdogan in Siria, i calciatori della nazionale esultano facendo il saluto militare, su cui non ci sarà alcuna indagine della Uefa. L’hashtag che invoca l’annullamento della partita è diventato uno dei più diffusi in questi giorni su Twitter in Francia. E Istanbul rischia di perdere l’assegnazione della finale di Champions League.

Francia-Turchia, i politici in coro: annullate la partita

Jean Cristophe Lagarde, presidente dell’Unione dei Democratici e degli Indipendenti, ha scritto su Twitter che la partita non si sarebbe dovuta giocare in quanto la nazionale turca “ha scavalcato la barriera che deve separare lo sport dalla politica”. Una dichiarazione che storicamente si è rivelata solo un’enunciazione di principio che spesso ha portato lo sport a non opporsi o a non prendere posizione di fronte ad attacchi militari o regimi dittatoriali.

Come riporta la versione francese dell’Huffington Post, si sono dichiarati favorevoli all’annullamento della partita anche l’eurodeputato Jordan Bardella, convinto che “il calcio non debba servire per la propaganda di Erdogan“, il repubblicano Éric Ciotti, Marine Le Pen e Jean-Luc Melenchon, fondatore del Partito di Sinistra e candidati alle presidenziali del 2016 in nome del movimento “La France Insoumise”.

Francia-Turchia, tensioni sportive e politiche

La partita alimenta già di suo tensioni sportive. La Francia, che in casa ha sempre battuto la Turchia, ha subito all’andata a Konya una pesante sconfitta per 2-0. In quell’occasione, i tifosi turchi hanno pesantemente fischiato l’esecuzione della Marsigliese. A Saint-Denis, lo stadio di Parigi che ospiterà la partita di ritorno, ufficialmente i turchi nel settore ospiti saranno 3800 ma se ne prevedono realisticamente 25-30 mila sulle tribune. In Francia, infatti, è forte la presenza di immigrati e cittadini di origine turca: erano più di 300 mila iscritti alle liste elettorali nel 2015, scrive Le Monde. Come reagiranno se i calciatori dovessero dimostrare il loro sostegno all’operazione militare Primavera di Pace?

L’operazione lanciata dalla Turchia nel nord della Siria ha come bersaglio i curdi siriani per creare una zona cuscinetto al confine, a est del fiume Eufrate. Il governo di Ankara, infatti, considera i curdi siriani come terroristi, anche se sono stati a lungo partner delle potenze occidentali nella lotta contro l’ISIS. Le forze curde hanno raggiunto un accordo con la Russia, e di conseguenza con il governo siriano, per l’ingresso dell’esercito di Assad nelle zone non occupate dai turchi. In questo modo finisce, di fatto, l’amministrazione autonoma della Siria del nord-est, conosciuta come Rojava. Il presidente francese Emmanuel Macron ha denunciato l’operazione militare turca come un’offensiva unilaterale. La Francia ha sospeso la vendita di armi ai turchi e, per tutto il weekend, si sono moltiplicate le manifestazioni di sostegno ai curdi nel territorio nazionale.

“La Marsigliese suonerà più forte”

“I problemi geo-politici ci sono, è evidente. Avranno delle conseguenze? Chiaramente sì, sull’ambiente in cui si giocherà la partita. Ma non dobbiamo pensare a questo” ha detto domenica il ct francese Didier Deschamps. “Non voglio che sia dia attenzione solo a queste discussioni a discapito della partita” ha spiegato il selezionatore turco Senol Gunes. “Noi incoraggiamo i nostri soldati, ma io sono contro ogni forma di violenza”.

Didier Deschamps prima di Francia-Turchia, Francia-Turchia, un match a rischio: calcio e politica, mix ad alta tensione

Allo Stade de France, secondo quanto ha riferito una fonte diplomatica all’agenzia stampa francese AFP, ci saranno il ministro turco della giustizia e l’ambasciatore della Turchia a Parigi, Ismail Hakki Mussa, che ha provato ad allentare le tensioni. “Quel che sta accadendo in Siria è una cosa, la partita è un’altra. Le provocazioni potranno sempre esserci, ma cercheremo di evitarle” ha detto all’AFP.

Due settimane fa il presidente della Federcalcio francese (FFF), Noel Le Graët, aveva sollecitato un incontro proprio con l’ambasciatore turco, visto anche quanto successo nella gara d’andata. Durante l’esecuzione della Marsigliese a Saint-Denis, ha detto in un’intervista al quotidiano francese Le Parisien, “la musica sarà più forte così da coprire i fischi”. Una posizione che non è piaciuta a Martine Billard, deputata parigina della France Insoumise. “Erdogan invia l’esercito contro i curdi senza i quali l’ISIS oggi già controllerebbe la regione e noi permettiamo durante una partita di calcio espressioni di sostegno a questo assassino?” ha scritto su Twitter.

Francia-Turchia, il ministro degli esteri non ci sarà

E’ lo stesso timore di Jean-Francçois Polo, insegnante e ricercatore a Sciences-Po a Rennes. che ha vissuto in Turchia fino il 2016. Polo, che ha pubblicato nel 2018 uno studio sulla “Politicizzazione dei tifosi di calcio nella regione del Mar Nero” (European Journal of Turkish Studies), è convinto che i supporter turchi potrebbero costituire parte di una strategia di promozione del nazionalismo turco. Potrebbero “servirsi delle tribune per esprimere il loro patriottismo e il loro sostegno alla politica del presidente Erdogan” sintetizza Guillaume Dufy che l’ha intervistato sull’Equipe.

Intanto, il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha annunciato che, contrariamente alla sua iniziale decisione, non sarà in tribune d’onore per questa partita elettrica.

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