Juventus, Arthur al posto di Pjanic: come giocheranno i bianconeri

Con l’arrivo di Arthur e l’addio a Pjanic, sono destinati a cambiare gli equilibri interni e le geometrie del centrocampo della Juventus.

Juventus, scambio Pjanic-Arthur: come cambia il centrocampo bianconero
Juventus, scambio Pjanic-Arthur: come cambia il centrocampo bianconero

Maurizio Sarri sembra aver da tempo accettato che Miralem Pjanic non è il playmaker funzionale alla sua visione di gioco. Non è il regista da 150 palloni a partita capace di far fluire il gioco in verticale e di interpretare i diversi momenti del match. Lo scambio con Arthur, ormai praticamente fatto, suggerisce un doppio cambio di rotta rispetto alla prima parte della stagione. Arthur, infatti, è abituato al gioco corto e a far girare velocemente il pallone. In fondo, nel Barcellona tornato con Setién alle basi del guardiolismo, i centrocampisti sono chiamati a prendere decisioni rapide.

Sa come sfruttare la rete di passaggi brevi per far alzare la difesa avversaria e consentire gli inserimenti, ha imparato a giocare sempre meno in orizzontale e con sempre maggiore decisione in verticale. Ha offerto quattro assist e segnato tre gol in 1624 minuti di presenza in campo in tutte. Ma c’è un dettaglio importante, al di là dei numeri.

Arthur Melo, brasiliano classe 1996, ha giocato prevalentemente da mezzala sinistra. Conosce il ruolo di play, che ha occupato al Gremio, ma non è lì che si esprime meglio. Dunque, si può supporre che Sarri abbia in mente di abbassare Bentancur come regista basso davanti alla difesa. L’uruguagio gli ha già fornito indicazioni positive di poter interpretare bene quel ruolo nella sua visione di calcio.

Leggi anche – Pjanic-Arthur, accordo totale Juve-Barcellona: dalla Spagna, affare fatto

Arthur, centrocampista camaleontico

Centrocampista camaleontico in grado di completare oltre 72 passaggi a partita con un tasso di precisione che supera il 91%, ha avuto più difficoltà a esprimersi con Valverde in un sistema di gioco più pragmatico e con maggiori difficoltà a ribaltare l’azione contro squadre che pressavano alte. Dall’arrivo di Setien, sono significativamente aumentati i valori degli expected goals e degli expected assists del brasiliano, che dunque tocca palla in zone più “calde” del campo e riesce a incidere di più negli ultimi trenta metri.

In Spagna, per lo stile che dimostra nell’esaltazione del gioco di posizione lo paragonano più a Xavi che a Iniesta: un’altro aspetto non secondario nel ritenerlo più adatto al ruolo di mezzala, affine alla necessità di creare costanti triangoli per far avanzare il pallone. Nel Barcellona, Arthur ha dimostrato una certa naturalezza nel ridurre lo spazio tra sé e il destinatario del passaggio. Ovvero, aiuta i blaugrana ad aumentare la densità nell’ultimo terzo di campo. In questo modo il Barcellona riduce le opzioni di reazione per la difesa avversaria.

Leggi anche – “Arthur alla Juve è una riserva”, l’ex dirigente critica scambio con Pjanic

Dove potrebbe collocarsi nella Juventus di Sarri

Arthur in azione con la maglia del Barcellona

Senza palla, tende ad accentrarsi occupando una zona intermedia tra lo spazio di mezzo e il centro del campo. Alla Juve potrà apportare anche la familiarità a condividere il campo con calciatori che tendono a scambiarsi le posizioni di frequente nell’arco della stessa partita, uno scenario che gli diventerà abituale anche in bianconero vista la flessibilità dei moduli e delle interazioni davanti fra Dybala, Cristiano Ronaldo, Douglas Costa o Bernardeschi.

Nel Barcellona di Setien, scambia facilmente con i terzini che salgono, porta palla sbilanciando le difese verso un lato del campo per poi aprire il gioco sul lato debole, e sorprende per iniziative palla al piede e conclusioni verso la porta. E’ un calciatore non solo di regia e di costruzione, mantiene più dell’80% di successo quando va in dribbling nella trequarti avversaria, vince 10.25 duelli offensivi a partita e distribuisce 0.67 passaggi per il tiro (risultato anche della schematicità del possesso palla del Barcellona).

Arthur potrebbe diventare dunque il portatore di palla che unisce centrocampo e attacco, svolgendo quel lavoro che né Rabiot, né Ramsey, né tanto meno Bernardeschi sono riusciti a compiere quando Sarri li ha impiegati da mezzala. E potrebbe ben integrarsi con Bentancur, regista di forma e di sostanza, e con un elemento equilibratore come Matuidi che potrebbe alternarsi con Khedira per gestire il possesso a ritmi diverse e con geometrie più variabili a seconda delle situazioni, del punteggio, delle caratteristiche degli avversari.

Leggi anche – Juventus, ESCLUSIVO Gentile: “Sarri non era la prima scelta. Cessione Pjanic? Hanno i loro motivi”