De Paul, perché può fare la differenza nell’Inter di Conte: i numeri

De Paul è un nome caldo per le big. L’Udinese non vorrebbe venderlo a gennaio. L’Inter di Conte è in pole con la Juve, i numeri spiegano perché potrebbe il colpo giusto

Dopo Hakan Calhanoglu, nessun giocatore crea più occasioni in Serie A di Rodrigo De Paul. Il gioiello dell’Udinese è ottavo per chances create nei primi cinque campionati europei nel corso di questa stagione. Lo rivelano i dati Stats Perform, che tengono in considerazioni calci d’angolo, cross, punizioni indirette e situazioni di gioco in campo aperto. De Paul ne ha create 35 di cui nove cross e tredici in “open play”.

Finora, De Paul ha segnato tre gol e servito un assist. Mantiene una media di 0,20 expected goals e 0,28 expected assist per 90 minuti. Rigori esclusi, in ogni partita ha il 43% di possibilità stimata di contribuire a una segnatura con una rete o un passaggio decisivo. La più alta per lui negli ultimi quattro anni. E’ il giocatore che tira di più, in percentuale, nell’Udinese di Gotti. Anche se la quota bassa di gol attesi a partita si spiega con un dato particolare: solo tre volte su 31, infatti, ha tirato dall’interno dell’area.

E’ successo in occasione del rigore contro il Milan, suo primo gol stagionale, a Sassuolo e a Torino con due destri da posizione defilata che non hanno centrato lo specchio della porta (respinto il primo, impreciso il secondo). Tuttavia, ha segnato comunque una rete in più di quella che il modello dei gol attesi gli assegna in base alla tipologia e alla difficoltà delle sue conclusioni.

Il suo contributo allo sviluppo del gioco offensivo non si esaurisce certo nella concentrazione dei tiri verso la porta. Secondo i dati FB Ref, De Paul completa 44,9 passaggi ogni novanta minuti. Determinanti i 7,93 passaggi progressivi, ovvero quelli che consentono al destinatario di avere almeno un avversario in meno tra sé e la porta. Completa 2,79 tocchi in area, 5,93 appoggi negli ultimi trenta metri. Quasi tre volte a partita (2.79) il suo appoggio mette un compagno nella condizione di andare al tiro.

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De Paul, il confronto con i centrocampisti dell’Inter

De Paul, il confronto con i centrocampisti dell'Inter
De Paul, il confronto con i centrocampisti dell’Inter

Questi numeri spiegano perché  De Paul potrebbe essere un profilo indicato per l’Inter di Antonio Conte. I nerazzurri, infatti, giocano un calcio molto verticale sfruttando le transizioni negli spazi e nei corridoi interni. L’arrivo di Eriksen avrebbe dovuto riempire un gap nella struttura del centrocampo, ovvero l’occupazione della zona della trequarti, l’aggiunta di un elemento da collante tra il playmaker, le mezzali e gli attaccanti.

Ma la squadra ha finito per perdere equilibrio, da un lato. E dall’altro, in quella posizione di campo il collante lo sta facendo Lukaku. Un giocatore come De Paul potrebbe mantenere il ruolo di mezzala, senza comportare dunque uno stravolgimento del modulo piuttosto rigido dell’Inter di Conte. Ma con un valore aggiunto.

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Nella rosa attuale dell’Inter, infatti, solo due giocatori hanno una quota di passaggi progressivi superiori alla media di De Paul per novanta minuti: Brozovic e Barella. Inoltre, solo Nainggolan, Kolarov, Brozovic e Vidal hanno più tocchi negli ultimi trenta metri. Ma il belga è passato al Cagliari, l’esterno ex Roma ha giocato solo 381 minuti finora. Dunque, De Paul rappresenterebbe una mezzala capace di verticalizzare il gioco, e contemporaneamente di mantenere il bilanciamento nelle due fasi.

Solo Stefano Sensi (22.1) e Arturo Vidal (22), ad esempio, nella rosa nerazzurra hanno completato più azioni di pressing del centrocampista dell’Udinese. E la considerazione non cambia se si considerano le situazioni in cui il pressing ha avuto successo nel recupero del pallone. Sarebbe dunque un giocatore in grado di liberare il talento di calciatori come Hakimi o lo stesso Lukaku, che si esaltano quando la briglia è più sciolta. E allo stesso tempo, non rendere più fragile la copertura difensiva.