Sampdoria, il fascino di una maglia unica: storia della divisa blucerchiata

La maglia della Sampdoria è una delle più riconoscibili nel calcio mondiale, non a caso è rimasta di fatto immutata dal 1946. Storia e curiosità

Sampdoria, il fascino di una maglia unica: storia della divisa blucerchiata
Sampdoria, il fascino di una maglia unica: storia della divisa blucerchiata

ESPN l’ha considerata la maglia più bella nella storia del calcio. “Magari non avrà lo stesso numero di trofei della Juve o del Milan, ma in compenso ha indossato una maglia splendida e immediatamente riconoscibile” ha sottolineato il canale USA punto di riferimento nel mondo dello sport. Si parlava della maglia della Sampdoria della stagione 1991-92 con il tricolore sul petto.

Ma non è solo negli anni d’oro di Vialli e Mancini che la maglia della Sampdoria ha affascinato i tifosi e i calciatori, anche avversari. E’ infatti una divisa unica, immediatamente riconoscibile, e nella sostanza mai cambiata dalla fondazione del club nel 1946. Ed è proprio al momento della nascita del club, iniziata con una fusione a freddo, che si deve una delle pochissime prime maglie di una squadra di calcio con quattro colori.

Sampdoria, come nasce la maglia blucerchiata

Sampdoria, come nasce la maglia blucerchiata
Sampdoria, come nasce la maglia blucerchiata

La fascia sul petto che campeggia sulle maglie della Sampdoria è unica. La divisa blu è interrotta da una fascia quadripartita sul petto: bianca sopra e sotto, rossa e nera al centro.

E’ l’eredità dei colori delle maglie delle squadre fuse nel 1946 per dare origine alla Sampdoria: la Sampierdarenese, bianco-rosso-nera, e l’Andrea Doria, bianco-blu. Nella fascia compare anche la croce di San Giorgio, tipica dello stemma della città.

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La fusione ha creato un altro problema, quale delle due squadre originarie mettere prima nel nome della nuova società? Alla fine ha vinto la Sampierdarenese, espressione dell’antico borgo di pescatori poi diventata una delle mete di villeggiatura più celebri d’Europa. Sampierdarena è anche un hub industriale, conosciuta come la Manchester d’Italia. Qui ad esempio è stata realizzata la prima locomotiva interamente prodotta e assemblata in Italia.

La Sampdoria ha costruito da allora una fama basata anche sulle particolari maglie, rimaste sostanzialmente immutate da oltre mezzo secolo. Certo, la fascia biancorossonera ha cambiato posizione dagli anni Ottanta in base allo sponsor sul petto, ma lo schema è rimasto identico.

La storia della maglia rossa

I pantaloncini sono stati generalmente bianchi, più raramente blu. La seconda maglia è rimasta speculare alla prima, ovvero bianca con la fascia rossonera sul petto, che in qualche occasione ha cambiato posizione.

Curiosa la genesi della terza maglia rossa che ha debuttato nel 1980 ed è poi tornata come simbolo delle grandi campagne europee della squadra di Vialli e Mancini.

Proprio l’attuale ct della nazionale ha consigliato l’adozione della casacca interamente rossa con la solita fascia a tre colori sul petto per il quarto di finale di Coppa delle Coppe 1989-1990 contro gli svizzeri del Grasshoppers. Resterà una maglia amatissima dai tifosi.

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Lo stile così unico delle maglie della Sampdoria è infine all’origine del soprannome di “Ciclisti” usato per i tifosi doriani. La divisa, infatti, ricorda quella che si assegna al campione del mondo di ciclismo, e di tante formazioni protagoniste al Giro e al Tour.