Milan, corsa Scudetto: perché il Diavolo deve esorcizzare tutti i suoi demoni

Sulla strada che separa il Milan dallo Scudetto sono rimasti gli spauracchi degli ultimi 50 anni di storia dei Rossoneri, ma proprio tutti…

Il finale di questo campionato sembra scritto da un navigato romanziere, per non dire un maestro del thriller. Se però guardiamo la situazione con gli occhi di un tifoso del Milan la trama assume dei tratti addirittura da horror paranormale. I Rossoneri infatti non sono attesi da 4 partite “qualunque”, al contrario si ritroveranno ad affrontare vecchi spauracchi e bestie nere varie. I ragazzi di Pioli dunque sfidano 4 tra i peggiori tabù della storia rossonera. Scopriamo quali e perché, andando per ordine.

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Pioli esulta con i tifosi del Milan dopo la vittoria con la Lazio. (LaPresse)

Innanzitutto il prossimo match in programma questa domenica: Milan-Fiorentina. La sfida casalinga contro i viola riporta alla mente l’ultimo scudetto perso dai Rossoneri. Era in corso la stagione 2011-12, quella del famigerato “gol di Muntari“. Il Milan era campione in carica e all’epoca c’era ancora Ibrahimovic. Quella fu la prima volta nella sua carriera in cui concluse una stagione senza vincere il campionato. In panchina invece sedeva Max Allegri. La Fiorentina non navigava in buone acque e si credeva che quello del Meazza sarebbe stato un turno tutto sommato agevole. Il Diavolo però non fece i conti con Jovetic e Amauri, che completarono la rimonta per il fatale 1-2 finale.

Quando si parla di qualcosa di “fatale” però il pensiero vola immediatamente in un’altra città: Verona, la Fatal Verona. I Rossoneri giocheranno la terzultima proprio al Bentegodi, che si trasformò in un “teatro degli orrori” per ben 2 volte. La prima nel 1973, in panchina c’era Cesare Maldini. Il Milan chiese il rinvio (negato dalla Lega) della partita poiché appena tornato dalla trasferta a Salonicco dove conquistò la Coppa delle Coppe. I rossoneri persero 5-3, mentre la Juventus batté la Roma per 2-1, vincendo lo Scudetto. Non finisce qui però, 17 anni dopo ecco di nuovo l’Hellas, in uno scontro decisivo per il tricolore. Era il maggio 1990, ma soprattutto era il Milan di Sacchi al massimo del suo splendore, una delle squadre più forte di tutti i tempi. Milan e Napoli condividevano la testa alla classifica. Il risultato finale fu 2-1 per gli scaligeri, con epocali polemiche per la direzione di gara dell’arbitro Di Bello, che tra le altre cose espulse ben 3 milanisti: Rijkaard, Van Basten e Costacurta. Il Napoli di Maradona riuscì quindi ad effettuare il sorpasso decisivo, anche grazie alla partita vinta a tavolino per la famosa ed altrettanto discussa “monetina di Alemao“.

Milan: inseguendo lo Scudetto contro i fantasmi del passato

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Il Milan spera in Ibrahimovic per le ultime 4 partite. (LaPresse)

I fantasmi da scacciare nelle ultime due partite che attendono i Rossoneri sono invece storia più recente. Alla penultima di campionato infatti la sfida assume tratti mistici, con il Diavolo che affronta la Dea. Quello contro i nerazzurri dell’Atalanta sarà l’ultimo match casalingo per i ragazzi di Pioli e San Siro è già sold out. Il Milan degli ultimi anni ha patito moltissimo la squadra di Gasperini. Un episodio in particolare però ha di fatto “iscritto” l’Atalanta ed il suo allenatore nell’albo dei nemici giurati del popolo milanista. 22 Dicembre 2019: il giorno delle “macerie di Bergamo”. L’Atalanta vince 5 a 0 e come se non bastasse Gasperini (a partita ancora in corso) saltella mentre i suoi tifosi intonano “chi non salta rossonero è“. Fu lì però che Maldini riuscì a convincere la dirigenza a riprendere Zlatan Ibrahimovic.

Nell’ultima di campionato invece il Milan sarà atteso nella tana del Sassuolo. I neroverdi all’andata hanno già bastonato la squadra di Pioli a Milano, ma il motivo principale della preoccupazione milanista ha un nome ed un cognome: Domenico Berardi. L’attaccante del Sassuolo, tra l’altro nel mirino dei Rossoneri per il mercato estivo, ha proprio nel Milan il suo bersaglio preferito. Sono ben 10 le reti messe a segno contro il Diavolo, che forse a questo punto pensa di comprarlo anche per evitare che questa “tradizione” si protragga, ma il 22 maggio Berardi sarà ancora un avversario, in futuro chissà.