Serie A

Serie A, Tare favorevole alla ripresa: il duro attacco al Governo italiano

Igli Tare, direttore sportivo della Lazio, ha attaccato il Governo per alcune scelte relative all’ipotetica ripresa della Serie A. Spazio anche al discorso Scudetto. 

Tare, il duro attacco al Governo (Getty Images)

In occasione dei 20 anni dallo Scudetto della Lazio, il direttore sportivo Igli Tare ha rilasciato un’intervista a Repubblica. Il dirigente bianconceleste non ha soltanto ricordato lo storico avvenimento del 2000, ma si è concentrato soprattutto sul presente, criticando anche il Governo italiano sul tema della ripresa del massimo campionato.

Tare ha voluto subito fare un parallelismo proprio con lo Scudetto vinto dalla Lazio 20 anni fa, con quello che potrebbe essere aggiunto nella bacheca biancoceleste se la stagione dovesse ripartire: “Noi ci siamo e proveremo a vincerlo adesso oppure l’anno prossimo se non ritornassimo in campo. Non ci fermeremo qui”.

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Lazio, l’attacco di Igli Tare al Governo

Lazio, Tare accusa il Governo italiano (Getty Images)

Il d.s. del club capitolino ha riportato alla mente i ricordi di quando era un calciatore e vide la squadra di Eriksson trionfare in Serie A: “La partita la guardai a casa con amici. Quella della era finita, mentre a Perugia, in quel nubifragio, non terminava mai”.

Subito dopo, però, Tare è tornato a parlare del presente e ha risposto alle critiche: “Coloro che dicono che vogliamo continuare il campionato per i nostri interessi personali non hanno capito proprio nulla”, poi ha aggiunto: “Se il calcio si ferma sarà un fallimento e un disastro sociale. Se ci fermiamo adesso non ripartiremmo nemmeno a settembre”.

E’ arrivato poi il duro attacco al Governo: Ci prendono in giro. Le complicazioni costanti sono ridicole”. Parole anche per il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: “Non voglio credere che sia così irresponsabile da farlo apposta. In Italia il Governo non aiuta il calcio.

Infine Tare ha concluso: “Siano tutti più chiari, oppure ci saranno conseguenze enormi. La gente è nervosa e il calcio è terapeutico. Il pallone può dare un segno di vita per ricominciare. Il protocollo sanitario tedesco è il migliore”.

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Claudio Mancini

Claudio Mancini, 23 anni. Diplomato nel 2018 al Liceo linguistico e attualmente aspirante giornalista e vincitore di un Master nel settore. Cresciuto con il sogno di diventare telecronista sportivo.

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