Juventus: Pirlo ha schierato McKennie nel settore di destra. Lo statunitense copre come un esterno di centrocampo e si inserisce come una mezzala
Andrea Pirlo ha scoperto un tesoretto in casa. Visto l’infortunio di Ramsey, che ne avrà almeno per venti giorni, il tecnico potrà proseguire nell’evoluzione tattica di Weston McKennie. Pirlo sta infatti impiegando lo statunitense in un ruolo ibrido fra trequartista e ala nella fase offensiva. Di fatto un incursore puro, come non può essere Kulusevski, capace allo stesso tempo di dare equilibrio a centrocampo negli spazi di mezzo. E proteggere in questo modo la difesa nelle transizioni negative.
A suo modo, con e senza palla, McKennie ha dimostrato nelle ultime partite di spostare gli equilibri, soprattutto quelli degli avversari. E di saper sfruttare spazi e corridoi. L’evoluzione di McKennie ha preso corpo già contro lo Spezia.
Partito a destra, è entrato spesso verso il centro del campo lasciando che l’ampiezza della manovra fosse comunque garantita dalle sovrapposizioni di Cuadrado. Nonostante una struttura formalmente diversa, McKennie occupa il campo come farebbe una mezzala nel 3-5-2, con continui inserimenti al centro. L’assist per Morata nasce proprio da una sua incursione e da un dialogo nello stretto con Bentancur, avanzato anche lui con Danilo a coprirgli le spalle.
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Se contro lo Spezia è uscito nell’ultima mezz’ora per far posto a Ramsey, a Budapest in Europa League è entrato al posto del gallese dopo l’infortunio dell’ex Arsenal. Ancora inserito sulla fascia destra, si è mosso diversamente rispetto a Chiesa che agiva a sinistra. Proprio da un suo slancio nasce l’azione del raddoppio. Peraltro, prima del contropiede decisivo della Juve, era stato proprio McKennie a perdere palla nel tentativo di cercare di prima Morata dopo aver ricevuto spalle alla porta da Rabiot.
I suoi movimenti si incastrano bene con lo stile di Morata. Lo spagnolo si muove in maniera fluida dentro e fuori dall’area. Sa orientare le difese avversarie, portare i centrali fuori posizione, costringerli su un lato per favorire i cambi di direzione sul lato debole.
Ma è soprattutto il modo di attaccare la profondità che fa la differenza e consente alla Juve di dare sfogo a un gioco offensivo che coinvolge gli esterni e le mezzali svuotando quanto più possibile il centro del campo. Con i suoi movimenti, peraltro, libera anche spazio sulla trequarti a ridosso dell’area per chi, come McKennie, sa inserirsi velocemente anche senza palla. Il fattore M fa ben sperare i tifosi bianconeri.
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