Torino-Debrecen 3-0: i granata ipotecano la qualificazione in Europa League

Secondo turno preliminare d’Europa League. Tocca al Torino di Mazzarri guadagnarsi l’accesso ai gironi della competizione europea, di fronte gli ungheresi del Debrecen che arrivano a sfidare i granata dopo aver battuto gli albanesi del Kukesi per 3 reti a zero. Più che sufficienti dopo il pareggio in Albania. Ad ogni modo Mazzarri cambia terreno di gioco: il manto erboso è quello del Moccagatta di Alessandria, 6000 seggiolini installati per l’occasione e la messa a norma dell’impianto. L’Olimpico di Torino sta facendo la “messa a punto”: sono in atto lavori di riqualificazione, specialmente per quel che riguarda il campo e la qualità dell’erba. Si va verso un ibrido fra reale e sintetico.

Toro: si gioca al Moccagatta, conta solo vincere

Ad ogni modo, ciò che conta oggi è vincere. Anche sul cemento, ma l’importante è andare sul velluto: mettere la gara in cassaforte quanto prima per prepararsi al ritorno nel migliore dei modi. Le scelte del mister granata confermano il 3-4-3 ipotizzato alla vigilia, con Belotti prima punta supportato da Falque e Berenguer. Difesa con Izzo, Nkoulou e Bremer. Sulle fasce, invece, agiranno De Silvestri e Ansaldi con Baselli e Meitè in mediana. La vincente di questo doppio confronto affronterà con la vincitrice del match fra Esbejerg e Soligorsk.

Primo tempo: Debrecen opaco, schiacciato da Belotti e Ansaldi

I granata partono subito forte, sin dalle prime battute gli uomini di Mazzarri cercano d’imporre il proprio gioco: il primo sussulto arriva da Belotti al 5′ che sfrutta bene una punizione scodellata in area: stoppa e mette al centro una buona palla per Bremer che non colpisce con decisione. Il Debrecen si salva sulla linea di porta. Poco dopo ci prova Iago Falque: è l’ottavo del primo tempo, conclusione ispirata ancora una volta dal “gallo” Belotti. Palla che finisce al lato. Dieci minuti più tardi Ansaldi serve sempre lui, Belotti, che dopo averle provate quasi tutte tenta la torre in area di rigore. La conclusione, purtroppo per lui, non è precisa. Si rifà al 20′, quando sblocca il risultato con un rigore da lui stesso procurato: l’attaccante trasforma di potenza e fa 1-0, ottima ricompensa dopo esser stato abbattuto dal portiere avversario.

Il raddoppio del Toro arriva nel finale di frazione con Ansaldi. Il gol, arrivato al 42′, non è dei migliori: un cross potenziale diviene un tiro, che prende una traiettoria strana, e beffa l’estremo difensore. Onore delle armi al campione granata che non se l’aspettava, infatti non esulta nemmeno, ma la segnatura corona una prestazione più che onorevole. Il primo tempo si conclude con qualche lampo del Debrecen, che abbozza una reazione negli ultimi minuti di frazione. Zsori il migliore degli ungheresi, più incisivo in avanti. Ad ogni modo Sirigu non ha patito troppo. 2-0 meritato per gli uomini di Mazzarri che vanno negli spogliatoi consapevoli e rinfrancati.

Secondo tempo: il Toro spinge, Debrecen accusa il colpo. Si rivede Zaza nel finale di gara

Il secondo tempo comincia sulla falsa riga del primo: il Torino parte forte, vuole chiuderla definitivamente per non soffrire al ritorno. Intanto il Debrecen toglie Zsori, nonostante la buona prestazione dei primi quarantacinque minuti, per far posto a Garba. La sostituzione però non dà l’effetto sperato, infatti gli ungheresi non riuscendo nel gioco, si sfogano con falli di frustrazione: come quello di Pavkovics, che gli costa il giallo, su Belotti. Intervento durissimo, a tinte arancioni per il rischio. Al 58′ i granata sembrano padroni del gioco e del campo, tant’è che Mazzarri pensa già all’ultima parte di gara mandando a scaldare Lukic. Forze fresche per farsi trovare pronti. Al 65′ il Debrecen si rivede in avanti con un contropiede fulmineo, vien fuori un cambio di gioco da sinistra a destra che trova solo Varga. Quest’ultimo prova una conclusione al volo, piuttosto apprezzabile, ma finisce al lato del palo. Retroguardia Toro leggermente distratta, pesa il fallo di qualche minuto prima commesso da Izzo: spallata su Garba in area, perlomeno così vede l’arbitro che grazia un intervento al limite. Occhi ben aperti, dunque.

Il Toro vince senza soffrire con uno Zaza ritrovato

Come quelli di Berenguer che dà vita a spunti interessanti in area avversaria, arrivando persino a colpire un legno al 68′. Toro bello, incisivo e a tratti sfortunato: complice, stavolta, la deviazione provvidenziale di Nagy. Serve la sferzata finale. I granata provano a spingere sull’acceleratore, gli ungheresi sembrano non averne più. A parte qualche lampo figlio di iniziative personali, ma la squadra appare lunga e disunita. Si è speso molto da ambo le parti, il caldo comincia a incidere. Al 74′ Kinyik si fa male in un contrasto con Ansaldi non riuscendo più a proseguire, al suo posto entra Kusnyir. Stessa sorte tocca a Iago Falque, l’ex Roma non si fa male ma esce lo stesso consunto dalle fatiche di questo calcio d’agosto, subentra Lukic e Mazzarri passa al classico 3-5-2. Modulo che conosce a menadito. Ad un quarto d’ora dalla fine conta congelare il gioco, il Torino cerca più equilibrio e meno spinta per portare a casa un primo tassello dell’obiettivo finale. Anche per questo, a dieci minuti dal termine c’è spazio anche per Zaza. L’ex Juventus – pericoloso di testa all’82’, con un colpo provvidenziale che esce di poco – prende il posto di Berenguer, uno dei migliori in campo. Uomo ovunque di questo confronto. Il Torino vince senza soffrire troppo, con uno Zaza in più che si è rivisto in grande spolvero nel finale di gara trovando anche il gol del definitivo 3-0 al 92′. Testa al ritorno con consapevolezza dei propri mezzi e orgoglio per un organico ben oliato, i granata possono sorridere. Il “vecchio cuore”, stasera, non è stato strapazzato più del dovuto.