Lazio, come si batte il Bayern Monaco: le chiavi tattiche della sfida di Champions League

Lazio-Bayern Monaco, le principali chiavi tattiche dell’ottavo di finale di andata di Champions League. Determinanti Acerbi e Luis Alberto

Lazio, come si batte il Bayern Monaco: le chiavi tattiche della sfida di Champions League
Lazio, come si batte il Bayern Monaco: le chiavi tattiche della sfida di Champions League

La Lazio ha raggiunto la fase a eliminazione diretta in Champions League per la prima volta dal 2000. La squadra di Inzaghi sfida il Bayern Monaco, che gioca gli ottavi per la tredicesima stagione consecutiva. I biancocelesti non hanno mai perso in casa contro avversarie tedesche, i bavaresi non perdono da cinque trasferte in Italia.

Il Bayern giocherà senza un giocatore chiave come Thomas Muller, l’attaccante probabilmente più efficace in Europa nel pressing alto. Senza der Raumdeuter, i campioni d’Europa si sono arresi all’Eintracht Francoforte che ha goduto di un’eccessiva libertà sulla fascia sinistra: Kostic e l’ex Napoli Younes ne hanno ampiamente beneficiato. Le ultime partite del Bayern hanno confermato che la squadra di Flick è vulnerabile quando viene attaccata in profondità. Ed è proprio questo il punto di forza della Lazio.

Acerbi, il duello con Lewandowski

Dal punto di vista tattico, è evidente quanto sarà determinante Acerbi a cui spetterà il compito di frenare Lewandowski e avviare dal basso la manovra della Lazio che non ha mantenuto la porta inviolata nelle ultime 12 partite di Champions League (l’ultimo clean sheet nel settembre 2003).

Il bomber del Bayern, capocannoniere da record in Bundesliga, è l’unico giocatore con più di un expected goal a partita tra i giocatori con oltre mille minuti di presenza in campo. Merito anche dei suoi movimenti in area: ha tentato infatti solo 18 tiri stagionali su 86 in campionato da fuori. Ma sono altrettanto degni di nota gli oltre assist attesi di Lewandowski.

Acerbi è il primo regista dei biancocelesti. Inzaghi chiede a Leiva di abbassarsi e formare di fatto un rombo con i tre difensori. Acerbi, spostandosi su uno dei due lati può orientare il pressing degli attaccanti avversari ed eventualmente liberare anche il corridoio per una verticalizzazione lunga verso una delle mezze ali. Oppure giocare corto per il difensore sul lato debole e consentirgli di avanzare per verticalizzare poi nello spazio dietro la seconda linea di pressing avversaria.

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Lazio-Bayern Monaco, la sfida sulle fasce

Il 3-5-2 della Lazio punta alla creazione di superiorità sulle fasce. Il piano di gioco consegna ampia libertà di corsa a tutto campo a Lazzari, elemento chiave che avrà una responsabilità importante. Perché da quel lato Flick dovrebbe schierare in difesa Alphonso Davies, velocista fisicamente più strutturato, e davanti l’ex Juve Coman, che non darà grande copertura ma diventa pericoloso quando si avvicina all’era per dialogare nello stretto con i centrocampisti offensivi: rivedere per credere l’azione del gol della finale della scorsa Champions League.

Più la Lazio riuscirà a innescare Lazzari, più costringerà Coman (o chi giocherà titolare su quel lato) a mantenere una posizione più larga e arretrata. La Lazio, che nello scorso campionato ha segnato più gol di tutte le squadre in Serie A su contropiedi veloci (fonte Squawka), può trovare in Lazzari un jolly per esaltare gli spazi che si apriranno alle spalle di Coman.

Per la Lazio sarà importante non farsi schiacciare dai bavaresi. Se la squadra di Flick prenderà il dominio del campo e Davies avrà sufficiente libertà per spingersi in avanti, allora Lazzari resterà chiuso contro due avversari e per la squadra di Inzaghi sarà molto più complicato liberare linee di passaggio per risalire il campo.

Il recupero di Goretzka e la possibile conferma di un giocatore totale come Kimmich nel ruolo di trequartista, aumentano l’importanza delle fasi di gioco nella trequarti difensiva della Lazio. La resistenza al pressing alto, la quantità e la qualità dei passaggi che i biancocelesti riusciranno a completare per ogni azione difensiva degli avversari sarà un indicatore affidabile dell’esito del match.

Sané-Luis Alberto, creatività al potere

Luis Alberto, il cervello creativo della Lazio (foto Getty)
Luis Alberto, il cervello creativo della Lazio (foto Getty)

A destra, in attacco, Flick sembra orientato a confermare Sané, che ha segnato 7 gol e servito otto assist finora. Gioca da ala, ma occupa i cosiddetti spazi di mezzo, si stringe favorendo la sovrapposizione del terzino, aumenta la densità a ridosso dell’area. Frenarlo sarà il primario compito di Marusic, con il supporto di Luis Alberto, il creatore di gioco della Lazio.

Nel risalire il campo, Inzaghi chiede ai suoi di disporsi ancora attraverso rombi. Il più significativo coinvolge Leiva, previsto titolare stasera, Milinkovic e Luis Alberto, e uno dei due attaccanti che arretra. L’uomo in più consente un uomo in più nel corridoio centrale contro avversari schierati con un 4-2-3-1.

I movimenti di Correa e di Immobile, quando galleggiano sulla trequarti, sbilanciano la linea difensiva avversaria. E questo libera lo spazio per un giocatore come Luis Alberto. In questo tipo di situazioni, anche contro difese capaci di schermare le linee di passaggio, lo spagnolo può attaccare la profondità e dettare cambi di gioco o passaggi progressivi lunghi.

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Lazio-Bayern, i movimenti degli attaccanti

Ciro Immobile, bomber della Lazio (foto Getty)
Ciro Immobile, bomber della Lazio (foto Getty)

La Lazio può avere così due opzioni di penetrazione partendo dalle fasce. Da un lato, ala e mezzala che insistono sullo stesso lato scambiano nello stretto e tagliano fuori il diretto avversario.

Dall’altro, la fondamentale costruzione del due contro uno negli spazi di mezzo nelle occasioni in cui Luis Alberto e Milinkovic-Savic si allargano alle spalle dei centrocampisti centrali avversari. Contro una difesa alta come quella che impiega il Bayern, i movimenti di Luis Alberto e Milinkovic, che agiscono diagonalmente su linee diverse, moltiplicano le opportunità di penetrazione.

Il resto lo fanno gli attaccanti, che in quello spazio hanno imparato a muoversi con naturalezza. Contro squadre che non si chiudono a protezione della propria area, come l’Atalanta nella recente sfida di campionato, Immobile e Correa si dividono i compiti. Uno attacca la profondità, l’altro viene incontro per ricevere il primo passaggio anche allargandosi verso le fasce. Un compito spesso accolto con successo da Immobile, anche se gli interscambi tra i due attaccanti sono continui.

Proprio la sfida contro l’Atalanta può suggerire un’ultima utile analogia. Contro la squadra di Gasperini, Inzaghi ha chiesto anche a Luis Alberto di arretrare, ha attirato l’Atalanta verso le fasce, bloccando allo stesso tempo i rifornimenti allargando i due centrali di destra e sinistra, Patric e Radu.

Questo schema consentiva di aumentare la spinta di Marusic e di sganciare una delle due punte. Anche contro il 4-2-3-1 come quello che Gasperini ha disegnato nel secondo tempo, la Lazio ha dimostrato di sapersi adattare. La versatilità delle opzioni di passaggio nella prima fase di costruzione della manovra ha fatto la differenza. E sarà decisiva anche contro il Bayern.