Clasico Real Madrid-Barcellona, quando Guardiola inventò Messi falso nueve

Riviviamo lo storico 6-2 del Barcellona in casa del Real Madrid nel Clasico in cui Guardiola ha rivoluzionato il ruolo di Messi

Johann Cruijff al Barcellona ha dipinto la cappella, gli allenatori che sono venuti dopo hanno dovuto restaurarla o migliorarla“. Pep Guardiola ha testimoniato così il debito di gratitudine verso l’icona che da allenatore ha cambiato dalle basi la filosofia dei blaugrana.

Clasico Real Madrid-Barcellona, quando Guardiola inventò Messi falso nueve
Clasico Real Madrid-Barcellona, quando Guardiola inventò Messi falso nueve (ANSA)

Dall’olandese, ricorda Sandro Modeo nel suo fondamentale libro sul Barcellona, ha ereditato “l’ossessione per la tecnica e le dinamiche affilate del tridente offensivo“. Su queste innesta un patchwork che gli deriva da tutte le sue influenze passate.

Il suo Barcellona estende e contrae i confini del campo, coinvolgendo anche il portiere nell’opera di dilatazione delle linee, ma rimane una squadra profondamente verticale in cui si notano tracce del pressing alto e sistematico come primo tassello dell’azione offensiva simbolo del Milan di Sacchi. Il suo vero brand, sintetizza Modeo, “è l’aver portato fase offensiva e difensiva, possesso e pressione a un’osmosi mai vista“.

C’è un giorno in cui tutto questo diventa visibile con deflagrante evidenza: è il 2 maggio 2009, si gioca il Clasico di ritorno, la sfida contro il Real Madrid al Bernabeu. Il giorno in cui Leo Messi cambia la sua carriera e un po’ la direzione del calcio mondiale.

Barcellona e Real Madrid, la vigilia della sfida

Al suo primo anno sulla panchina della prima squadra, Guardiola ha dovuto convincere tanti scettici, a partire dalla maggioranza dei dirigenti blaugrana che avrebbero preferito José Mourinho, ex traduttore e assistente di Bobby Robson quando Guardiola guidava il centrocampo.

Le prime due partite della stagione non hanno aiutato: sconfitta a Numancia, gol vittoria di Mario che in un anno guadagna meno del blaugrana Thierry Henry in una settimana, poi pareggio contro il Racing Santander. Il 6-1 a Gijon cambia tutto. Il Barcellona sale in testa alla classifica alla nona giornata e non la abbandonerà più.

Il Real Madrid ha esonerato Bernd Schuster alla vigilia del Clasico di andata a dicembre. Il tedesco aveva ammesso che al Camp Nou era impossibile vincere. Il sostituto, Juande Ramos, scopre che aveva ragione: 2-0 Barcellona, che vola a +12 sul Real. Ma al ritorno lo scenario è cambiato.

I Blancos hanno vinto 17 delle ultime 18 partite, e il distacco in classifica si è ridotto a quattro punti. Il Real sogna il titolo e a Madrid si parla, poco elegantemente, del “cagometro” del Barcellona: si chiedono, insomma, che effetto avrà la paura dell’inseguitore sugli inseguiti.

Messi cambiò il Clasico e il calcio

Ma Pep Guardiola ha in mente la risposta. L’ha studiata con Tito Vilanova, il suo collaboratore più fidato, che sarà anche allenatore del Barcellona morto a 45 anni nel 2014 per un tumore alla ghiandola parotide. La risposta coinvolge, e non potrebbe essere altrimenti, Leo Messi.

Lo chiama nel suo ufficio il giorno prima della partita. Gli racconta che ha guardato molte partite del Real Madrid, lo fa con qualsiasi avversaria delle sue squadre. Ne ha parlato con Vilanova, a sua volta stimolato pochi mesi prima da Carles Rexach, l’uomo che portò Messi a Barcellona facendogli firmare lo storico primo contratto sul tovagliolo di un ristorante.

L’idea è semplice quanto rivoluzionaria. Messi avrebbe giocato centravanti di movimento, come Hidegkuti nella Grande Ungheria. “Falso nove”, come si sarebbe detto da quel momento in poi. Ai lati Eto’o e Henry, con il compito di affondare alle spalle della difesa mentre Messi, galleggiando sulla trequarti, avrebbe portato uno dei centrali avversari fuori posizione.

Messi “falso nove”, il Clasico che ha cambiato la storia

Messi "falso nove", il giorno che ha cambiato la storia
Messi “falso nove”, il giorno che ha cambiato la storia (ANSA)

In campo andrà esattamente così. Juande Ramos ha schierato Sergio Ramos e Heinze come terzini, Cannavaro e Metzelder come centrali. Messi non parte falso nove, ma si sposta in quella posizione a partita in corso. La mossa destabilizza il Real Madrid.

Quando i terzini salgono per dare supporto alle ali, neutralizzate dal pressing del Barcellona, Cannavaro e Metzelder devono coprire loro le spalle. Ma uno dei due, più spesso il tedesco, si deve sganciare verso il centrocampo per seguire Messi. Il Barcellona estende gli spazi aperti sulle fasce e alle spalle dei registi bassi delle merengues.

Il risultato è un capolavoro tattico di rara perfezione. Il Barcellona vince 6-2, ma i gol potrebbero anche dieci. Casillas, portiere del Real, completa sette parate nel solo primo tempo. Messi, che segna due gol, ne sbaglia altrettanti da meno di dieci metri. L’osmosi creativa blaugrana dilaga dopo il vantaggio del Real firmato Higuain.

E’ l’unico momento in cui i Blancos sognano davvero la rimonta verso il titolo. Il Barcellona dilaga: Henry su assist di Messi, Puyol su punizione di Xavi, Messi innescato ancora da Xavi, 3-1 all’intervallo.

Messi manca il match point a inizio ripresa, Sergio Ramos fa 2-3 ma è una parentesi. Xavi dipinge ancora calcio, serve a Henry l’assist per il suo 19mo gol in stagione e a Messi il passaggio per il 23mo. La goleada la chiude Piqué con il centesimo gol del Barcellona in campionato. Il Real Madrid ha subito sei gol in casa per la seconda volta nella sua storia. Non succedeva dal 1931.

Le reazioni al Clasico 2009

Iniesta, mente del centrocampo blaugrana, ha un ricordo chiaro di quella partita, come racconta il giornalista Sid Lowe nel suo libro “Fear and Loathing in La Liga: Barcelona vs Real Madrid”.

I tifosi del Real, dice Iniesta, “saranno esagerati in tante cose ma devo ammettere che hanno buon gusto in fatto di calcio. Non ho mai dimenticato l’immagine di quei tifosi al Bernabeu che ci applaudivano. Applaudivano la squadra che odiavano di più e che aveva segnato sei gol ai loro beniamini”.

Rexach, Vilanova e Guardiola hanno avviato quel giorno un cammino decisivo per il calcio. Il Barcellona a fine stagione sarà la prima squadra spagnola a vincere il “triplete”, ovvero a conquistare campionato, coppa nazionale e Champions League nella stessa stagione.

Il calcio di posizione del Barcellona diventerà un modello con infiniti, e non sempre riusciti, tentativi di imitazione. C’è, dunque, un prima e un dopo il 2 maggio 2009. Il giorno in cui Guardiola inventò Messi “falso nove”.